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SVIZZERAUna donna su sette smette di lavorare dopo il primo figlio

26.10.16 - 18:39
Il tasso di donne attive con figli è comunque aumentato di venti punti percentuali dal 1991, attestandosi l'anno scorso al 78.8%
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Una donna su sette smette di lavorare dopo il primo figlio
Il tasso di donne attive con figli è comunque aumentato di venti punti percentuali dal 1991, attestandosi l'anno scorso al 78.8%

BERNA - Per le donne svizzere, la nascita del primo figlio è spesso accompagnata da una riduzione del tempo di lavoro o da un'uscita dal mercato professionale. Molte madri sarebbero tuttavia pronte a lavorare di più qualora si presentasse un'opportunità allettante, indica l'Ufficio federale di statistica (UST) in una nota odierna.

Il tasso di donne attive con figli è aumentato di venti punti percentuali dal 1991, attestandosi l'anno scorso al 78.8%, mentre quello dei padri è restato stabile attorno al 98%. Lo si legge nell'analisi dell'UST "Le madri sul mercato del lavoro", che si basa sull'Inchiesta svizzera sulla popolazione attiva.

Stando ai risultati dello studio, una donna su sette smette di lavorare dopo la maternità. Il 75.7% torna attivo al termine del congedo, mentre l'88.6% lo è anche prima del suo inizio. L'arrivo di un secondo bambino fa scendere la percentuale di madri con un impiego al 61.4%.

Sebbene inizialmente restino a casa in media un giorno in più alla settimana, quando i figli diventano grandi il tempo di lavoro delle donne torna ad aumentare. Quattro madri su cinque con almeno un bambino minore di 15 anni esercitano la loro professione part-time, percentuale che scende a poco più di un terzo per quelle senza figli a carico. Nessun cambiamento significativo si può invece osservare fra gli uomini, il cui tasso di occupazione diminuisce leggermente dal 98.4% al 97.3% dopo un lieto evento.

In media, le madri ricominciano una vita attiva dopo una pausa dedicata alla famiglia di poco più di cinque anni.

Nel 2015, una su cinque (152'000 persone) non era tuttavia professionalmente attiva. Secondo l'UST, questa condizione è per la maggior parte volontaria, dato che la quasi totalità delle donne con figli non si mette alla ricerca di un impiego, privilegiando le responsabilità famigliari. La metà di loro però si dichiara pronta ad accettare un'offerta lavorativa interessante.

Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, esso è del 5.0% fra le madri e del 4.4% tra le donne della stessa età che non hanno figli, stando ai dati dell'Ufficio internazionale del lavoro (ILO).

A livello europeo, la percentuale di svizzere tra i 25 e i 54 anni con un impiego (82.2%) si piazza ai vertici, essendo inferiore solo a quella delle svedesi. Dopo i Paesi Bassi, la Svizzera è la nazione del Vecchio Continente dove il part-time è più diffuso fra le donne.


 

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COMMENTI
 

verità 7 anni fa su tio
Se non erro il mettere al mondo figli è una scelta personale per cui non vedo per quali motivi lo Stato dovrebbe farsi carico di altre prestazioni oltre a quelle, già esagerate, previste dalla Legge (assegni figli, assegni famigliari, assegni integrativi, sussidi CM, aiuti agli studi). Smettiamola di tirare la coperta dello Stato ed assumiamoci le nostre responsabilità se non vogliamo finire tutti in piazza...

Thor61 7 anni fa su tio
Risposta a verità
Nessun problema per lo stato ha già risolto, tra qualche anno si parlerà un'altra lingua e sicuramente anche il colore della pelle sarà diversamente bianco. Sono scelte politiche anche queste, in bocca al lupo.

Meridiana 7 anni fa su tio
A quete pochissime donne le quali decidono di perseguire i VALORI della famiglia, in particolare per dedicare l'amore materno ai figli si deve concedere un sostegno pecuniario ! Questi sono i nostrio doveri verso la famiglia !
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