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SVIZZERA«Non sono prigioni per vecchi»

26.04.16 - 12:37
Il numero di persone condannate a restare in carcere fino al termine dei loro giorni continua ad aumentare in Svizzera, ma le prigioni sono mal preparate a garantire loro una fine dignitosa
«Non sono prigioni per vecchi»
Il numero di persone condannate a restare in carcere fino al termine dei loro giorni continua ad aumentare in Svizzera, ma le prigioni sono mal preparate a garantire loro una fine dignitosa

BERNA - Il numero di persone condannate a restare in carcere fino al termine dei loro giorni continua ad aumentare in Svizzera, ma le prigioni sono mal preparate a garantire loro una fine dignitosa. Lo rivela uno studio delle università di Berna e Friburgo che raccomanda direttive uniformi per tutta la Svizzera.

Nelle prigioni elvetiche, il numero dei criminali di oltre 50 anni è raddoppiato dal 2005 attestandosi a 600 persone di cui 30 di età superiore ai 70 anni, ha comunicato oggi il Fondo nazionale svizzero (FNS), precisando che ciò dipende dall'evoluzione demografica della popolazione, dalla crescita della criminalità e dalle pene più severe come le misure di internamento.

Nell'ambito del programma nazionale di ricerca "Fin di vita" (PNR67), i ricercatori hanno considerato in quale modo gli istituti di detenzione fanno fronte a questa evoluzione e a ciò che questo significhi per i prigionieri e il personale.

Dall'esame è risultato che "i servizi penitenziari non sono quasi mai preparati alle evoluzioni demografiche dei loro detenuti", secondo Ueli Hostettler, antropologo sociale che ha diretto il gruppo di ricercatori.

Le disposizioni sono focalizzate sul reinserimento nella società e non sui bisogni sociali dei prigionieri anziani. Da parte loro i dipendenti non sono formati in proposito: hanno quale compito di sorvegliarli e non di curarli.

I prigionieri dicono di aver paura di non poter morire dignitosamente in quanto sono sottoposti a un regime di costrizione. Temono di non poter essere sufficientemente curati in caso di malattia o di dolori.

Per i ricercatori occorre porre rimedio a questi problemi. Raccomandano in particolare di stabilire regole uniformi in tutte le prigioni elvetiche: attualmente non vi sono direttive né norme giuridiche in Svizzera per una fine dignitosa in carcere.

"Il Codice penale contiene articoli che permetterebbero regimi di esecuzione alternativi", sottolinea Hostettler. Ma queste possibilità vengono sfruttate troppo poco: la giustizia privilegia il rischio zero rifiutando l'ammorbidimento delle condizioni di detenzione.

Lo studio raccomanda anche ai penitenziari di adattare le celle e di dotarle di letti regolabili in altezza e di dispositivi per le chiamate urgenti. Il personale dovrebbe avere una formazione continua o la possibilità di consultare professionisti che si occupano di malattie croniche e che all'occorrenza diano cure palliative.

I prigionieri in fin di vita dovrebbero anche poter scegliere il luogo dove morire, nel carcere o "fuori" in un hospice . Il regime di detenzione dovrebbe inoltre essere ammorbidito in questa ultima fase della vita, viene indicato.

Per lo studio l'équipe ha seguito 15 decessi, intervistato una sessantina di detenuti ed esaminato per tre mesi le condizioni di vita nelle prigioni di Lenzburg (AG) e di Pöschwies (ZH).

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