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STRASBURGOCorte europea: Svizzera condannata per rimpatrio nigeriano

16.04.13 - 12:24
Corte europea: Svizzera condannata per rimpatrio nigeriano
STRASBURGO - La Corte europea di diritti dell'uomo ha dato torto alla Svizzera che ha espulso un padre di famiglia nigeriano condannato nel 2006 per traffico di droga. Secondo i giudici di Strasburgo il rimpatrio ha violato il diritto alla protezione della vita privata e familiare. La Confederazione dovrà versargli un indennizzo di 9 mila euro.

Secondo i giudici, la Svizzera è venuta meno all'articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Padre di una coppia di gemelli nati da un primo matrimonio con una Svizzera, avvenuto nel 2003, il Nigeriano ha avuto di recente un terzo figlio da una nuova compagna.

"L'allontanamento coatto dell'uomo, che aveva a suo tempo presentato domanda d'asilo, è suscettibile di conseguenze sulle due figlie che crescono separate dal padre", evidenzia la Corte europea, che aggiunge: "è nell'interesse superiore delle due figlie che esse crescano in presenza dei due genitori".

Il Nigeriano, 40 anni, che si è visto dar ragione da Strasburgo, era stato condannato nel 2006 in Germania a 42 mesi di carcere per traffico di cocaina. Qualche anno prima era stato condannato in Austria, pure per traffico di droga.

Non è la prima volta che la Corte disapprova una decisione delle autorità elvetiche di espellere un individuo condannato penalmente, a seguito dell'iniziativa UDC, che però suscita controversie, a causa della sua incompatibilità con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. L'UDC da parte sua contesta al Consiglio federale di non seguire alla lettera il contenuto del testo.

ATS
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