Dino Zoff, campione europeo nel ’68 e campione del mondo nell’82, spiega come si vive l’atto conclusivo. «Tutto va quasi in automatico». Favoriti? «I francesi»
PARIGI (Francia) – I favoriti? «Parlerei piuttosto di sorprese, in quanto si presenta come un Europeo molto equilibrato». Dino Zoff aveva visto bene nel suo lancio di EURO 2016 e oggi sentiamo ancora con piacere il suo parere di esperto per chiudere la rassegna continentale.
È soddisfatto dell'evento francese?
«Se distinguiamo spettacolo puro da emozioni, possiamo affermare che ci sono state diverse partite avvincenti. Ma è chiaro che l’importanza della posta in palio ha condizionato il bel gioco e la tensione, o meglio la paura, ha avuto il sopravvento. Quando c’è tanto equilibrio, questa tendenza è quasi normale».
Germania e Italia hanno dato vita alla sfida più intensa, ma entrambe sono state eliminate…
«La nazionale azzurra ha disputato un buon torneo, ha avuto il merito di battere i campioni in carica della Spagna grazie ad un’organizzazione molto disciplinata. Peccato per i tiri di rigore, i giovani hanno pagato l’emozione, come del resto è successo ad una buona Svizzera. La Germania? Solida, gran possesso palla, ma poco pericolosa nei momenti topici, soprattutto nel primo tempo contro la Francia».
E adesso la finale. Lei da portiere ha vinto quella del 1968 dell’Europeo e l’altra del 1982 del Mundial. C’è una preparazione specifica?
«Ti trovi in circuito di euforia, tensione e paura. Sei al culmine di questa fatica psicofisica e vai quasi in automatico, senza avere troppo tempo per pensare a tutte le sollecitazioni che arrivano dall’esterno. Il successo, dalla fase a gironi alla semifinale, agevola la preparazione dell’ultimo atto e non vedi l’ora di scendere in campo per vincerlo».
Chi vincerà fra Francia e Portogallo?
«Tutto parla a favore della nazionale di Deschamps, che ha ottime alternative in ogni ruolo. Contro la Germania ho visto una squadra brillante, completa, che si è dimostrata più pericolosa e spietata, confermando che il possesso palla degli avversari non è sempre sinonimo di vittoria».
Griezmann e…
«Cristiano Ronaldo di sicuro, perché è in grado di risolvere un match da solo. Ma dall’altra parte comincerei da Lloris, un ottimo portiere, una difesa organizzata, un centrocampo battagliero e un reparto offensivo che in contropiede fa veramente male. La Francia, inoltre, mi sembra fisicamente più fresca».
E il Portogallo?
«Per il momento è ancora tutto da scoprire, anche se ha avuto il merito di eliminare un osso duro come il Galles. Resta una squadra quadrata, la Francia dovrà faticare per venirne a capo».
Ennesima partita a scacchi per questa finale?
«Non credo. La Francia gioca in casa e ha l’obbligo di proporre un calcio spumeggiante e vincente, con l’aiuto dei propri tifosi. Per me ha tutte le carte in regola per vincere il titolo».