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L'OSPITECaso EOC, l’ACSI è indignata e preoccupata

12.09.14 - 11:38
Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana
Caso EOC, l’ACSI è indignata e preoccupata
Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana

Sollecitato a più riprese dai mass-media il comitato dell’ACSI – Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana – riunitosi l’11 settembre a Breganzona, ha preso posizione sul caso del vice-primario di chirurgia presso l’ospedale La Carità di Locarno che fatturava prestazioni da lui non fornite.

 

L’ACSI è indignata

 

Per il fatto in sé : sottrazione è stata e tale va chiamata, anche nel settore sanitario pubblico.

Per l’atteggiamento discutibile dei vertici dell’EOC che hanno insabbiato prima e minimizzato poi l’intera faccenda.

Per il fatto che quanto accaduto dimostra che è praticamente impossibile sapere con esattezza e trasparenza per cosa si paga e quale valore ha.

 

L’ACSI ritiene infatti che sia stato commesso un danno nei confronti e/o:

- dei consumatori che hanno ricevuto un servizio per il quale hanno pagato più del dovuto

- dei pazienti che hanno ricevuto prestazioni da operatori diversi da quelli che erano stati loro assicurati

- degli assicurati (e dei loro assicuratori) che non hanno ricevuto le prestazioni per le quali pagano delle assicurazioni complementari. Il fatto che l’EOC dica che la cura era della stessa qualità di quella garantita da una copertura più costosa pone semmai la questione dell’utilità sanitaria delle assicurazioni complementari.

- dell’Ente pubblico che appare in balia delle pretese di singoli individui che si ritengono indispensabili al funzionamento delle strutture sanitarie per le quali dovrebbero operare con maggiore senso civico.

 

L’ACSI è preoccupata

 

- per il grave danno alla credibilità dell’EOC: la fiducia riposta dai cittadini nelle strutture sanitarie è un capitale da salvaguardare agendo con responsabilità e trasparenza

- per la qualità dell’informazione che circola all’interno delle strutture dell’EOC (elaborazione, controllo e trasmissione di dati, manipolazioni possibili, attendibilità dei controlli, …)

- per il fatto che il caso venuto alla luce potrebbe essere solo la punta di un iceberg di pratiche al limite del legale, di silenzi di connivenza, di interessi incrociati, tollerati nell’opacità la più completa

- per l’assenza di reazione opportuna e qualificata da parte dell’EOC, a tutela degli interessi dei pazienti / assicurati che devono essere garantiti, dal primo contatto alla sala operatoria, lungo tutto l’iter di cure che si pretendono di qualità. Il mantenimento del rapporto di lavoro in queste condizioni è difficilmente comprensibile.

- per la qualità dei dati amministrativi e sanitari che vengono forniti dalle strutture sanitarie, a tutela degli interessi dei pazienti e degli assicurati, in particolare nella gestione dei casi di medicina non appropriata.

 

L’ACSI chiede

 

1. che l’EOC si assuma la piena responsabilità nella faccenda e informi d’ora in poi correttamente e con professionalità la popolazione;

2. che venga condotto un audit “esterno” su tutta la vicenda, che indichi in particolare le mancanze e segnali le procedure che avrebbero potuto impedire che irregolarità così macroscopiche si prolungassero nel tempo, a garanzia futura dei dati sanitari e amministrativi forniti dalle strutture dell’EOC;

3. che vengano risarciti i pazienti privati che hanno pagato per prestazioni non conformi;

4. che le persone coinvolte nell’inganno si assumano le conseguenze del loro agire.

 

L’ACSI invita i pazienti a controllare attentamente le fatture e a segnalare direttamente ai fornitori di prestazioni (con copia all’ACSI) eventuali incongruenze. Un atteggiamento responsabile che potrebbe contribuire a bloccare sul nascere casi analoghi a quello della Carità.

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