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LUGANO“Ridiamo vita a veri pezzi di storia”

27.02.15 - 06:45
Alla scoperta di una delle attività più affascinanti in campo automobilistico: il restauro.
Foto Davide Saporiti
“Ridiamo vita a veri pezzi di storia”
Alla scoperta di una delle attività più affascinanti in campo automobilistico: il restauro.

LUGANO - Quando è entrata da questo portone, nel novembre del 2012, quest’Alfa Romeo Giulietta SS degli anni ‘60 nascondeva più di qualche segreto. Ad una prima occhiata, pur scalfita dagli anni che inesorabilmente passano, nessuno poteva sospettare alcunché. Un’analisi più approfondita ha poi fatto emergere la verità. Nonostante una soddisfacente conservazione meccanica sono stati i vari interventi di riparazione e manutenzione eseguiti nel corso dei decenni ad averne intaccato l’originalità. La sofferenza maggiore l’ha subita in particolare la carrozzeria. La soluzione? Un restauro completo.

“Da quando abbiamo fondato Kessel Classic, poco più di due anni fa, questo è stato il restauro più completo ed impegnativo che abbiamo eseguito” ci dice Ronnie Kessel, titolare di Kessel Auto. “Abbiamo sempre avuto la fama di saper mettere mano a qualsiasi automobile di qualsiasi epoca, sia essa stradale o da corsa, ivi comprese quelle tecnicamente più complesse o su cui è necessario eseguire le operazioni più impegnative. Il crescente interesse per le vetture storiche ci ha spinto a creare un’apposita divisione in cui la manodopera è specializzata proprio su vetture di questo tipo. Un legame col passato, un salto indietro nel tempo, che abbiamo voluto enfatizzare allestendo l’officina dedicata proprio negli spazi in cui, quattro decenni fa, mio padre iniziò a riparare ed elaborare le sue prime auto da corsa.”

Fare quattro passi all’interno dello stabile è un vero e proprio tuffo nel passato. Qui non vi sono apparecchiature elettroniche per eseguire diagnosi: qui si usano gli attrezzi più tradizionali, l’eccellente abilità manuale e le grandi competenze tecniche. Proprio quelle che hanno permesso a questa Giulia SS di avviarsi nel percorso che la sta riportando allo stato originale.

Sebbene fosse verniciata di rosso, il colore originale con cui ha lasciato gli stabilimenti di Arese è risultato essere il grigio. Questo, unito ad interventi dozzinali per contrastare la corrosione della carrozzeria, ha fatto si che quest’ultima sia stata ricostruita da zero. Da un foglio di metallo. Ed è qui che entra in gioco Elia Comendulli, carrozziere per tradizione di famiglia. Osservare i metodi e i gli attrezzi con cui lavora ti riporta indietro nel tempo, quando a fare la differenza erano l’esperienza ma soprattuto l’abilità manuale. “L’intera carrozzeria ha preso forma da un semplice foglio di metallo, tagliato e modellato per ricreare con precisione assoluta le sue forme originali. Tutte le pieghe, le curvature, le nervature sono state eseguite a mano” ci spiega il talentoso artigiano mentre prende in mano un foglio di metallo e ci mostra in prima persona il processo. L’intera carrozzeria e l’intero telaio è stato poi sottoposto ad un trattamento di cataforesi, sotto carica elettrica, per proteggerla dalla corrosione. “Qui, in un restauro come questo, riusciamo ad eseguire noi un buon 90% del lavoro. Solo operazioni particolari quali la termolaccatura vengono delegate all’esterno” conclude con orgoglio Ronnie.

Non meno impegnativo è il lavoro che coinvolge l’intera parte meccanica ed elettronica. In un restauro completo pressoché tutti i componenti vengono smontati, sabbiati e termolaccati. La grande peculiarità è che nell’eseguire un restauro di questo tipo, anziché acquistare un pezzo di ricambio nuovo, si preferisce revisionare o ripristinarne uno esistente, proprio per questioni di originalità. E nel caso di questa Giulia SS quest’operazione ha riguardato tutti, ma proprio tutti i componenti, viti incluse. Al punto che una volta in cui dal telaio nudo si comincia a ricostruire l’automobile iniziando dall’impianto elettrico passando poi gli accessori dello stesso, successivamente implementando la meccanica e via discorrendo, essa equivale ad un modello appena sfornato dalle linee produttive dell’epoca. Anche perché i componenti sono gli stessi. Con il vantaggio che a preservarla ora ci pensano materiali, trattamenti e processi che mezzo secolo fa non si conoscevano.

Ad occuparsi della parte meccanica è Maurizio Pozzi, da oltre 20 anni al lavoro all’interno del gruppo Kessel di cui 13 trascorsi nella rinomata scuderia Kessel Racing. Una persona che ama il suo lavoro. “A tornare indietro avrei voluto iniziare prima ad occuparmi di questa tipologia di automobili, è un mondo affascinante e meraviglioso. Chi ama la meccanica pura qua si troverà benissimo, anche se non è per tutti: si esegue parecchio lavoro manuale che sulle auto moderne non serve più. Il nostro apprendista in meno di un anno ha conosciuto aspetti tecnici di un’automobile che i suoi compagni impiegati presso officine moderne probabilmente non scopriranno mai.” Quello descritto da Maurizio è un approccio al lavoro quasi filosofico, come sottolinea mentre passa in rassegna e rivela i dettagli di tutti i componenti restaurati, pronti a riprendere il loro posto tra la scocca dell’Alfa Romeo. “Devi sempre metterci del tuo perché sei tu che la smonti, la pulisci, la revisioni e le ridai forma, oltre ad eseguire un profondo lavoro di documentazione storica.” La soddisfazione più grande? A restauro ultimato. “Quando accendi il motore per la prima volta è una sensazione impagabile. È come aver ridato vita ad una persona, orgoglioso di aver riconsegnato alle generazioni future un pezzo di storia.”

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