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KENYAL'orrore dei minatori non musulmani freddati e decapitati

02.12.14 - 19:54
Il presidente kenyota Uhuru Kenyatta; "Questa è una guerra contro il Kenya e i keniani, ed è un conflitto che ciascuno di noi deve combattere"
L'orrore dei minatori non musulmani freddati e decapitati
Il presidente kenyota Uhuru Kenyatta; "Questa è una guerra contro il Kenya e i keniani, ed è un conflitto che ciascuno di noi deve combattere"

HARARE - Ancora massacri in Kenya da parte dei guerriglieri islamici somali, gli Shabaab fedeli ad al Qaida. In una cava nel nordest del paese, al confine con la Somalia, i terroristi hanno separato i musulmani dai non musulmani, hanno allineato questi ultimi sul terreno e li hanno freddati con un colpo alla testa. Quattro sono stati decapitati. I morti sono stati in tutto 36.

Soltanto la settimana scorsa, nella stessa zona di confine, la contea di Mandera, gli shabaab avevano giustiziati 28 non musulmani che viaggiavano su un pullman, dopo averli separati dagli altri viaggiatori islamici.

"Questa è una guerra contro il Kenya e i keniani, ed è un conflitto che ciascuno di noi deve combattere" ha detto oggi il presidente Uhuru Kenyatta, definendo i terroristi "animali rabbiosi". "Il Kenya non indietreggerà di fronte al terrorismo e intensificherà la guerra", ha aggiunto.

Il paese è sconvolto e il capo dello stato ha licenziato il ministro dell'Interno Joseph ole Lenko, da tempo contestato per non essere stato capace di fermare l'ondata di attentati. Il nuovo ministro è un ex generale dell'esercito, Joseph Nkaissery. Il capo della polizia, David Kimaiyo, ha preferito dimettersi.

L'orrore si è consumato nella notte fra lunedì e martedì a Koromey, nella contea di Mandera vicino al confine. Una ventina di shabaab all'una di notte hanno fatto irruzione in una cava. Decine di minatori stavano dormendo dentro delle tende. I miliziani armati li hanno fatti uscire e hanno cominciato a dividere i musulmani da chi non lo era.

Non ci sono testimonianze dirette, ma è probabile che i terroristi abbiano usato lo stesso sistema utilizzato sul pullman: hanno detto ai prigionieri di recitare un versetto del Corano. Chi non lo conosceva, non ha avuto scampo. Come in Siria, le vittime sono state costrette ad allinearsi e stendersi sul terreno a faccia in giù. Poi, gli shabaab li hanno uccisi con un colpo alla testa. Quattro sarebbero stati anche decapitati nelle tende. Pare che tre siano riusciti a fuggire.

I miliziani islamici hanno subito rivendicato la strage con un comunicato. L'attentato "fa parte di una serie di attacchi che servono da risposta all'occupazione da parte del Kenya di terre musulmane e alle atrocità che avvengono lì".

La scia di sangue in Kenya è cominciata nel 2011, quando il governo di Nairobi ha deciso di intervenire militarmente in Somalia per fermare i terroristi che continuavano a passare il confine per rapire occidentali. I soldati di Nairobi si sono uniti a quelli della missione dell'Unione africana (Amisom) e all'esercito somalo e sono riusciti a cacciare gli islamici dalla capitale Mogadiscio e dal porto strategico di Chisimayo.

Gli shabaab si sono dovuti ritirare nella campagne, ma hanno cominciato a colpire il Kenya con decine di attentati in stile al Qaida, contando anche sulla complicità di alcune tribù kenyane al confine. Le vittime fino ad oggi sono state 700, 500 delle quali civili. L'attacco peggiore è stato quello del settembre 2013 al centro commerciale Westgate di Nairobi, con 67 morti.

ats

 

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