Si vota anche nella regione contesa di Kirkuk, ricca di petrolio e in parte controllata dalle milizie curdo-irachene
ERBIL - Si sono aperti stamani alle 8 (le 7 in Svizzera) i seggi nella regione autonoma del Kurdistan per il controverso referendum consultivo sull'indipendenza dal resto dell'Iraq, al quale si oppongono quasi tutte le potenze regionali (tranne Israele) e internazionali.
Si vota anche nella regione contesa di Kirkuk, ricca di petrolio e in parte controllata dalle milizie curdo-irachene. Si vota anche in altre zone contese, come alcuni distretti di Ninive, di cui Mosul è capoluogo, e altri della regione orientale di Diyala, confinante con l'Iran. In tutto sono chiamati al voto più di cinque milioni di abitanti della regione autonoma, tra cui turcomanni, assiri e arabi.
La Turchia rafforza i controlli di frontiera - La Turchia ha rafforzato i controlli al valico di frontiera di Habur con il nord dell'Iraq, a seguito dell'apertura delle urne per il referendum consultivo sull'indipendenza del Kurdistan iracheno.
Si tratta della prima delle reazioni ripetutamente minacciate da Ankara. Il confine resta «al momento» aperto, ha precisato il ministro per le Dogane, Bulent Tufekci.
In una nota di stamani, la Turchia ribadisce inoltre di non riconoscere la consultazione, invitando la comunità internazionale a fare altrettanto. Ankara si dice pronta a prendere «qualsiasi misura» di fronte a eventuali minacce alla sua «sicurezza nazionale» derivanti dal voto, sottolineando il rischio che «elementi radicali e terroristi» entrino in azione.
#KurdistanReferendum eyes of the world on #Erbil today. The results whether positive or negative will forever change regional geopolitics. pic.twitter.com/KusBHrtpKY
— Mohammed Kahiye (@MKahiye) 25 settembre 2017
لە #دهۆک زۆربەی هاونیشتمانیان بەجلی کوردییەوە دەنگ دەدەن #Kurdistanreferendum pic.twitter.com/vyIrKlXRcr
— Rudaw (@Rudawkurdish) 25 settembre 2017