Cerca e trova immobili

TURCHIAIl Partito curdo annuncia il boicottaggio del Parlamento turco

06.11.16 - 10:36
La mossa è una protesta per l'arresto di nove deputati del partito, inclusi i due leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag
Il Partito curdo annuncia il boicottaggio del Parlamento turco
La mossa è una protesta per l'arresto di nove deputati del partito, inclusi i due leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag

ANKARA - Dopo l'arresto di nove suoi deputati, tra cui i leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, in Turchia il partito filo-curdo Hdp lancia la sua "secessione dell'Aventino". Per protestare contro il giro di vite del presidente Recep Tayyip Erdogan, i parlamentari ancora a piede libero boicotteranno le sedute sia in aula sia in commissione nella Grande Assemblea di Ankara.

Una decisione clamorosa per il partito curdo, che solo lo scorso anno era riuscito a entrare per la prima volta in Parlamento. Per decidere i prossimi passi, ci saranno "consultazioni con il popolo in tutta la Turchia". Nel frattempo, il gruppo parlamentare continuerà comunque a riunirsi.

La decisione dell'Hdp scatena nuovi allarmi sulla situazione nel Paese, dopo che già l'Unione Europa aveva parlato di "democrazia compromessa" con l'arresto dei deputati curdi. Immediata la reazione del governo di Ankara: "Tornate indietro da questo errore, prima che sia troppo tardi. Venite in Parlamento e dite quello che volete, ma nessun politico può abusare della sua posizione per proteggere il terrorismo", ha detto il premier Binali Yildirim. Per il suo vice, Nurettin Canikli, la decisione dell'Hdp comunque "non influenzerà negativamente l'attività legislativa", mentre il partito Akp di Erdogan sta cercando di accelerare sulla riforma costituzionale presidenzialista.

Tra il presidente turco e l'Occidente la tensione resta alle stelle. "Non mi interessa se mi chiamano dittatore o in qualsiasi altro modo. Mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro", ha detto Erdogan, accusando l'Europa di sostenere il Pkk curdo, ospitandone i membri e fornendogli di fatto armi, inviate ufficialmente in Iraq per la lotta all'Isis. La Turchia "non è più soggetta agli ordini" dell'Occidente, ha tuonato il leader di Ankara. Il dialogo con l'Europa appare sempre più difficile. Il ministro per gli Affari Europei, Omer Celik, incontrerà domani alcuni ambasciatori ad Ankara per ribadire il punto di vista turco.

Dal carcere di massima sicurezza in cui è detenuto, torna a farsi sentire il leader curdo Demirtas, con un messaggio diffuso tramite i suoi avvocati: "Il nostro arresto illegale ha soltanto aggravato la profonda oscurità in cui il nostro Paese viene trascinato ogni giorno. Qualunque sia il nostro posto e le nostre condizioni, continueremo, se necessario, a bruciare come una candela per far vivere il nostro popolo in pace in un futuro di libertà".

In tutta la Turchia, proseguono le proteste dei sostenitori dell'Hdp, regolarmente respinte dalla polizia. Una grande manifestazione nazionale potrebbe essere annunciata nei prossimi giorni, in un clima di alta tensione. Ieri notte, si è temuto anche un nuovo attacco all'aeroporto Ataturk di Istanbul, dopo quello che a fine giugno fece quasi 50 morti. La polizia ha sparato alcuni colpi per fermare due uomini in moto che hanno forzato i controlli ma che non avevano armi né esplosivi.
 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE