Il tribunale: «La capigliatura ha fan e detrattori, ma non è segno di bruttezza». "Ziggy" era diventato oggetto di decine di meme
SYDNEY - Il Daily Mail Australia, il Sydney’s Daily Telegraph e l’Australian Radio Network: un teenager australiano ha querelato tutti i maggiori portali che hanno cavalcato l’infelice ed enorme fama che il ragazzo ha guadagnato suo malgrado online per il suo particolare taglio di capelli, giudicato «ridicolo» in diversi articoli.
La vicenda di Ali “Ziggy” Mosslmani ha avuto inizio nel luglio del 2015 quando un fotografo, Jeremy Nool, l’ha immortalato mentre ballava con una ragazza a una festa di compleanno a Sydney. Dopo che Nool ha pubblicato su Facebook l’immagine di Mosslmani con il suo taglio “mullet” - rasato davanti e lungo dietro - il web si è scatenato. La foto è stata vista più di 1,7 milioni di volte, ha ricevuto migliaia di commenti e Mosslmani è diventato il protagonista di decine di meme: in cui è l’asino di “attacca la coda all’asino”, un cavallo, tutti i volti del Monte Rushmore e molti altri.
Nel raccontare la storia della sua fama online, le testate chiamate in giudizio l’avrebbero però diffamato. Secondo la denuncia depositata ora dal giovane, l’hanno descritto come «orribilmente brutto», «ridicolo», «una barzelletta» per il semplice fatto di «essersi lasciato fotografare con un taglio mullet».
Come riporta il Guardian, tuttavia, la lunga e particolareggiata querela presentata dai legali di Mosslmani non ha fatto molta presa sulla giudice Judith Gibson. Nella sua valutazione preliminare, infatti, Gibson ha ritenuto che la maggior parte dei commenti fossero «spiritosi» e che dire che il taglio di capelli è «ridicolo» non equivale a dire che chi lo porta è «brutto».
«In ogni caso - ha aggiunto la giudice - l’articolo (del Daily Mail, ndr) continua dicendo che la fotografia ha generato 11’415 commenti, 10mila like e 1,7 milioni di visualizzazioni: a riprova del fatto che il taglio di capelli ha i suoi fan e i suoi detrattori, ma non è segno di bruttezza. Anzi: 10mila persone gli hanno messo un like».
Stralciata buona parte della querela, Mosslmani potrà così portare a processo i portali incriminati per un solo punto: hanno implicato che il giovane sia una persona ridicola perché ha un taglio ridicolo.