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CANTONEL’esperta: "I ticinesi non sono abbastanza gentili, facciamo qualcosa"

22.09.14 - 10:52
Un'associazione per promuovere la cultura della gentilezza in Ticino
L’esperta: "I ticinesi non sono abbastanza gentili, facciamo qualcosa"
Un'associazione per promuovere la cultura della gentilezza in Ticino

LUGANO - "I ticinesi non sono più gentili come una volta". Parola di Cristina Milani, luganese, nominata ieri vice-presidente del Movimento mondiale per la gentilezza (World Kindness Movement) e fondatrice di Gentletude, associazione no-profit  che ha come obiettivo «promuovere  la cultura della gentilezza in Ticino  e sensibilizzare la gente su un problema che è spesso preso sotto gamba».  Basta dare un’occhiata a un sondaggio condotto da Gentletude sulle «parole e gesti dimenticati» per farsi un’idea. Per le 1276 persone intervistate tra Ticino e Insubria (nel 2012), parole come «a disposizione», «dopo di lei/te», «complimenti!» non vengono quasi più usate sul luogo di lavoro (58%) e nella vita sociale (51%). «Grazie», «prego», «buongiorno/buonasera» sono ancora in voga, ma per quanto? «Ho sempre viaggiato molto per lavoro – continua Cristina - e mi sono accorta, con il passare del tempo, che ogni volta che tornavo in Ticino le cose erano un po’ peggiorate».

In che senso? 
«Le relazioni sociali si stanno deteriorando, i rapporti di vicinato si raffreddano… Non dico che sia un fenomeno solo ticinese, è la società di oggi, lo dicono fior di studi: siamo tutti iper-connessi, ma più distanti gli uni dagli altri. Per questo con alcuni amici ho deciso di fare qualcosa».

Cosa, per esempio?
«Anzitutto, bisogna cominciare dalla scuola. La nostra associazione ha collaborato con il Decs in iniziative di educazione alla gentilezza rivolte agli scolari ticinesi (vedi la foto, ndr.), inoltre realizziamo delle schede pedagogiche che inviamo bimestralmente agli insegnanti suggerendo esercizi e attività da svolgere in classe».

Ed è sufficiente? 
«È il punto di partenza necessario. I bambini sono il futuro. Ma non ci limitiamo a questo: abbiamo lanciato una collana editoriale-divulgativa di autori, svizzeri e non, su questi temi e da tre anni assegniamo un premio internazionale sullo stesso tema. Bisogna ricreare una cultura della gentilezza, dell’attenzione nei confronti degli altri e di ciò che ci circonda. La Svizzera e il Ticino, in realtà, su questo hanno molto da insegnare. Il rispetto per la cosa pubblica è una forma di gentilezza, come il rispetto per la diversità: la diversità necessita di gentilezza. Non dimentichiamoci che, senza gentilezza, la Svizzera non potrebbe nemmeno esistere». 

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