L'ideatore del nuovo (e unico) locale "friendly" in Ticino risponde alle critiche
LUGANO. «In Ticino finora non c’era nemmeno un bar gay: siamo guardati quasi con preoccupazione! Proprio per questo era necessario venire allo scoperto e creare un luogo d’incontro». Preferisce rimanere anonimo il responsabile del bar Quasar 56, il nuovo e unico (dopo la chiusura del D.Loft) locale gay-friendly di Lugano e del Ticino, prossima apertura in via Borromini a Besso. E aggiunge: «Dispiace però che ancor prima di nascere il nostro locale sia già stata etichittato come un “ghetto”, quando invece vuole essere un luogo d’incontro aperto a tutti, gay e non gay».
Insomma non un ghetto ma... un bar.
«Esatto, siamo un’attività commerciale, prima di tutto: il mercato Lgbt in Ticino è scoperto, eppure la comunità è numerosa, ci sono margini per lavorare»
Eppure in passato, come ricorda l’associazione Imbarco Immediato sul suo sito, «iniziative del genere non hanno avuto successo in Ticino». Perché?
«Colpa di chi fa polemica e ci discrimina: ti fanno il vuoto attorno accrescendo l'immagine di un cantone ancora troppo provinciale»
E lo è?
«Di sicuro siamo visti non dico con astio, ma con preoccupazione. Proprio per questo un posto come il nostro è necessario: un luogo, ripeto, d'incontro. Al bar sport si parla di sport, al bar gay si parlerà... dei gay. Ma è aperto a tutti»
Preoccupazioni?
«Ne abbiamo, certo: io stesso al vecchio D.Loft, nel quartiere di Loreto, sono stato colpito da un uovo lanciato da un'auto, una volta...»
Il quartiere di Besso sarà più gay-friendly?
«Abbiamo preso il posto di un locale di fama dubbia, dove i ragazzini si davano all'alcol: il nostro sarà un locale serio, rispettabile, niente eccessi, sesso o chissà che altro. Non confondiamo gli omosessuali con i teppisti: siamo una comunità civile e tranquilla. E a Besso ci vuole un po' di tranquillità».