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LUGANOIl vescovo: "Non troveremo mai l’ultima parola su Gesù in un casellario giudiziario"

19.04.14 - 09:24
Tanti i fedeli che ieri sera si sono dati appuntamento per partecipare alla Via Crucis per il centro della città
Ti Press
Il vescovo: "Non troveremo mai l’ultima parola su Gesù in un casellario giudiziario"
Tanti i fedeli che ieri sera si sono dati appuntamento per partecipare alla Via Crucis per il centro della città

LUGANO - Numerosi i fedeli che ieri sera a Lugano hanno preso parte alla processione del Venerdì Santo. La via Crucis, con in testa il vescovo Valerio Lazzeri, è partita dalla chiesa di San Nicolao a Besso, e dopo essere scesa verso il centro e aver toccato il cuore di Lugano, piazza Dante, piazza San Rocco, si è diretta verso la chiesa di Santa Maria degli Angioli.

Proprio oggi il vescovo Valerio Lazzeri, sulla prima pagina del Giornale del Popolo ha spiegato il senso della Pasqua come un momento per ricordare che la vicenda di Gesù, è "un caso mai chiuso".

Il Vescovo parte dalle serie televisive che si occupano dei cosiddetti "cold cases", ovvero "i casi freddi, le storie tragiche che si è stati costretti ad archiviare senza soluzione".

"C’è però un 'caso' - spiega il vescovo - che molti vorrebbero definitivamente chiuso, ma che i pur voraci archivi della storia umana non riescono a inghiottire: Gesù di Nazaret". Valerio Lazzeri ricorda dunque gli animi e i momenti di quegli attimi frenetici, quando si scoprì che nel sepolcro il corpo di Gesù non c'era più. "Bisogna aver ben presente questo sfondo per intuire la potenza dell’annuncio pasquale" scrive il vescovo. E poi aggiunge per spiegare il senso della Pasqua: "Bisogna riaprire sempre il caso di Gesù; non si può mai chiuderlo nelle categorie a nostra disposizione e a nulla vale il nostro modo abituale di scaricare dalla coscienza il peso della violenza compiuta, del sangue versato. Un rovesciamento si impone: Colui che ha subito la morte del colpevole, infatti, è l’Innocente; Colui che ha preso la forma dello schiavo è il Signore, il Kyrios; assumendo la posizione di chi riceve su di sé le conseguenze di ogni rifiuto di amore, il Figlio di Dio manifesta la sua gloria. Questo è Pasqua!".

E infine conclude: "Ora, non sarà un tribunale esterno a riesaminare il caso di Gesù, a rimuovere la pietra dei nostri pregiudizi, delle nostre rassegnazioni, delle nostre tristezze. Solo nel profondo del nostro cuore qualcosa può ancora accadere. Lì è il luogo dove l’Inaudito continua a proporsi a noi, sottraendoci alla condanna della fine di ogni cosa. Da lì è partito il grido di gioia che oggi nella Chiesa ci raggiunge. Non illudiamoci! Non troveremo mai l’ultima parola su Gesù di Nazaret in un casellario giudiziario. Questa è solo il Padre che l’ha pronunciata, risuscitandolo dai morti. E oggi la sua voce risuona in noi e libera ancora una volta la nostra vita dalla mestizia rassegnata del funzionario che si accontenta di chiudere il caso".

 

 

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