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MUSICAVasco: "Baglioni fa musichette da sala d'attesa. Minghi triste e lagnoso"

16.04.12 - 11:46
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Vasco: "Baglioni fa musichette da sala d'attesa. Minghi triste e lagnoso"

LUGANO - È un Vasco Rossi che non le manda a dire quello che negli ultimi giorni, tramite la sua pagina di Facebook, si sta togliendo i proverbiali sassolini dalla scarpa. Ne ha un po' per tutti quelli che la carriera l'hanno iniziata insieme a lui, colleghi, amici, rivali.

"Tra noi cantautori e cantanti italiani, in effetti, c’è una certo rapporto di familiarità - scrive su Facebook -: ci conosciamo tutti (almeno di vista), e siamo pure consapevoli di condividere in qualche modo un mestiere, uno stato sociale, un ruolo pubblico, un posto nell’immaginario collettivo… ed un certo successo, di solito. Questo però è l’aspetto superficiale, l’apparenza, quello che si può intravedere attraverso la nebbia di questo buonismo, oggi tanto diffuso nell’aria della nostra musica italiana, che dice: “Siamo tutti amici, siamo tutti buoni e ci vogliamo tutti bene!”."

Vasco infatti vuole per una volta alzare "il velo del politicamente corretto", rivelando un mondo fatto piuttosto di "simpatie varie e emozioni vive",  di "empatie autentiche e antipatie istintive", fino alle "competizioni vere e proprie".

Il caso Baglioni - Il Blasco si concentra poi con quello che negli anni '80 per la musica italiana è stato quasi un guru, Claudio Baglioni: "Eh… Cosa fai, allora, quando incontri un cantante che consideri un perfetto imbecille per le cose che canta? Quando ti trovi di fianco ad uno che, secondo te, dovrebbe andare a zappare la terra, piuttosto che continuare a frignare stupide canzoni che sono tutte la stessa lagna? Canzoni lagnose che non sopporti, ma non glielo puoi dire certo in faccia. Allora lo guardi solo negli occhi, ma in un certo modo provocatorio ed inequivocabile, aspettando (e sperando!) che abbia almeno una qualsiasi reazione visibile, che dica anche soltanto una parola, per poter scatenare una battaglia dialettica, per fargli qualche battuta cattiva ma sincera, qualche critica impietosa ma oggettiva. Quando incontri un Baglioni, insomma, che per te impersona… che per te è l’emblema… delle musichette da sala d’attesa… Con testi che non raggiungono neanche il livello dei peggiori discorsi sul più e sul meno, infarciti dei soliti luoghi comuni, come quelli che si fanno per ammazzare il tempo quando si sta in fila alle Poste o che fanno tra loro le signore dal parrucchiere durante una messa in piega…  Lo hai conosciuto agli inizi della sua carriera, quando sembrava la brutta copia di Battisti. Certo… “la tua maglietta fina”… in confronto alle “scarpette rosse”… “Passerotto non andare via”… rispetto a “Dieci ragazze per me”…! O “La mia canzone per Maria”, “La vita è adesso” in confronto a “Emozioni”… Eh, insomma! …Impallidivano un po’! Sarà forse per questo che lo hai preso subito in antipatia… (Mi ricordo che il periodo in cui lui cantava “Passerotto non andar via”… io avevo diciannove anni e scorrazzavo con la mia Honda 750… senza nemmeno sognarmi di poter mai chiamare una donna in un modo così stupido e ridicolo)".

E poi...Minghi - Qualcosa da dire il rocker ce l'ha pure nei confronti di "Wolfang Amadeus Minghi", come lo definisce lui: "Sembra talmente soddisfatto di sé e delle sue canzoni tristi e lagnose…? Che poi, queste sue lagne, lui le fa sempre in tonalità minore… che ti fa scendere giù per le sue scale melodiche sempre di più e, alla fine della torturante atmosfera di triste malinconia, ti risolleva finalmente (anche perché più giù non poteva proprio più andare) con un compiaciuto e soddisfatto…. “La vita mia!” ….In MAGGIORE!! E nel momento in cui lo senti cantare quest’ultima egocentrica e superba frase, lo vedi anche alzare il viso ed assumere un’espressione da imperatore… Be’, allora può venirti proprio voglia di smontarlo un po’, di dirgli che la sua aria da fenomeno musicale e il suo modo di tirarsela ti fanno pena, che sono solo un triste squallore, il risultato di una presunzione eccessiva che ha perso ogni contatto con la realtà, quella vera. E sì… E alla fine glielo dici pure! E lui non fa una piega, resta sordo ed isolato nel suo mondo fatto di favole e di preghiere".

Piero Pelù - Vasco si confronta anche con chi condivide con lui, non solo il mestiere, ma anche un genere: "Così tu ti allontani, e vai a sederti in mezzo ai Litfiba. Allora, magari, ti ritrovi di fianco a Pelu’… e lo osservi un attimo. E pensi che ancora non hai capito se canta per scherzo e fa del rock per caso, o se in fondo si diverte soltanto… per sesso! Certo non hai ancora capito nemmeno un suo testo. Tutti quegli ululati poco funzionali e tutte quelle gratuite distorsioni vocali continue, che sottomettono il significato delle parole al solo fine dello spettacolo e della recitazione, sono tanto lontani dalla tua concezione di “canzone” e di “musica rock” che finisce che uno come lui, poi… ti sembra un UFO".

Grignani e Zucchero - "Poi ci sono quelli che non hanno niente da dire, quelli che non sanno comunicare, e poi anche quelli che ammiri e apprezzi. Solitamente finisci per star con questi ultimi, è naturale, è logico. Ogni tanto può capitarti d’incontrare il giovane talento un po’ sbruffone che ti vuole sfidare, e quindi che devi un po’ “domare”, come Grignani, nei primi tempi. Ma c’è anche chi, come Zucchero, si mette a competere con te a suon di dischi pieni di splendide ed orecchiabili… e travolgenti musiche, complete di arrangiamenti davvero ben confezionati.  C’è sempre qualcuno che ti ritrovi regolarmente avanti nelle classifiche, e che raccoglie sempre un po’ più di pubblico di te nei concerti… e che vorresti strozzare!".
 

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