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CANTONECooperazione transfrontaliera: interrogazione al Governo

17.11.17 - 17:02
Franco Denti e Simone Ghisla hanno presentato 13 domande sulle modifiche di legge
Keystone
Cooperazione transfrontaliera: interrogazione al Governo
Franco Denti e Simone Ghisla hanno presentato 13 domande sulle modifiche di legge

BELLINZONA - Franco Denti e Simone Ghisla hanno presentato un’interrogazione parlamentare in merito alla revisione della legge sull'assicurazione malattia che rafforza la collaborazione transfrontaliera, in vigore dal 1. gennaio prossimo.

I deputati in Gran Consiglio intendono capire se il Ticino vuole promuovere o favorire progetti di cooperazione sanitaria nelle zone di frontiera. Sulla base di questo e nell’ambito di un progetto di cooperazione sanitaria transfrontaliera, al Consiglio di Stato viene chiesto se il cittadino Italiano avrà la possibilità di accedere a prestazioni sia stazionarie che ambulatoriali in Ticino a carico dello Stato Italiano.

Denti e Ghisla ricordano come l’ordine cantonale dei medici (OMCT) nella fase della consultazione sulle modifiche di legge, si era fermamente opposto ad un allentamento del principio della territorialità per favorire lo sviluppo di cooperazioni transfrontaliere durature nelle zone di frontiera in quanto riteneva che non vi fossero sufficienti indicatori per stabilire l’effetto positivo che un consolidamento della collaborazione fra regioni di frontiera potesse avere sul nostro sistema di sanità (costi e qualità). Per l’OMCT inoltre l’assunzione dei costi delle cure stazionarie e ambulatoriali agli assicurati nelle zone di frontiera estere deve essere legato alla garanzia del processo inverso (reciprocità). Con la stessa fermezza l’OMCT si era opposto anche all’assunzione di parte costi dei ricoveri degli assicurati UE, fra cui i frontalieri, che attualmente sono a carico esclusivamente delle Casse malati, per non penalizzare i Cantoni di frontiera. L’OMCT si era invece dichiarato favorevole all’abolizione del principio della copertura dei costi al massimo secondo la tariffa applicata nel luogo di domicilio o di lavoro dell’assicurato oppure nei relativi dintorni.

Di seguito le 13 domande dell'interrogazione:

1. Il Canton Ticino intende promuovere o favorire progetti di cooperazione sanitaria nelle zone di frontiera?
2. Se no, il CdS non ritiene opportuno valutare rischi e opportunità lasciati dal Consiglio federale in materia di cooperazione sanitaria transfrontaliera?
3. Se sì, quanti e quali i rischi dal punto di vista dell’occupazione nel settore sanitario ticinese?
4. Su quale base si presceglieranno i fornitori di prestazione esteri?
5. I criteri di qualità riconosciuti per le figure professionali in ambito sanitario in Svizzera e in Ticino sono le stesse d’oltre frontiera?
6. Nell’ambito di un progetto di cooperazione sanitaria transfrontaliera il cittadino Italiano avrà la possibilità di accedere a prestazioni sia stazionarie che ambulatoriali in Ticino a carico dello Stato Italiano?
7. Se no, il CdS come valuta la mancanza di reciprocità?
8. Quanti sono gli assicurati LAMal UE/AELS con un legame particolare con il Canton Ticino (frontalieri e membri delle loro famiglia, membri non attivi della famiglia di persone che sono titolari di un’autorizzazione di soggiorno in Ticino, beneficiari di una prestazione dell’assicurazione disoccupazione in Ticino e i membri delle loro famiglie)?
9. Il Canton Ticino dovrà assumersi il 55% dei costi per i ricoveri di tutte queste persone?
10. Quali sono le conseguenze finanziarie ipotizzabili per il Canton Ticino?
11. Qual è la percentuale dei lavoratori frontalieri sulla totalità della forza lavoro per ogni Cantone?
12. Sulla base dei dati al punto 10 e 11 non ritiene il Governo di dover proporre una sorta di perequazione intercantonale per l’assunzione dei costi delle cure stazionarie di questi assicurati, in considerazione dell’alto tasso di frontalieri in Ticino?
13. Se sì, intende il CdS farsi promotore di detta perequazione?

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