I Verdi nello scritto indirizzato al direttore del DSS: «L’uomo politico può comportarsi in modo difforme dalla morale comune?»
BELLINZONA - I Verdi del Ticino non nascondono la preoccupazione sul caso Argo 1 e gli «allarmanti lati oscuri all’interno dell'amministrazione pubblica» emersi in fase di inchiesta. Invece di parlare dei risvolti giuridici e penali della vicenda, però, - con una lettera inviata ieri a Paolo Beltraminelli - si rivolgono direttamente al direttore del DSS per alcune considerazioni e, soprattutto, una richiesta: «Faccia un passo indietro».
«I suoi collaboratori del DSS - si legge nello scritto - hanno commesso diversi gravi errori. Errori che non hanno portato ancora ad alcuna conseguenza per le persone invischiate nella vicenda, se non per il povero agente di sicurezza che, con un gesto di onestà ed integrità, è stato spinto dalla sua morale a denunciare i gravi fatti che avvenivano all’interno dell’agenzia di sicurezza ed i foschi legami con l’amministrazione pubblica. La richiesta di sospensione dal lavoro è l’ennesima goccia che trabocca da un vaso di menzogne, smascherata da una schiacciante e-mail di un suo collaboratore. È inaccettabile che ancora oggi, a distanza di 9 mesi dall’inizio della vicenda, la credibilità dell’amministrazione pubblica venga ulteriormente minata con nuove manovre a dir poco scandalose».
Per i Verdi questi fatti «screditano pesantemente l’immagine della politica se non di tutto il sistema democratico legittimando pericolosi sentimenti di anti politica che aggravano l’allontanano sempre più marcato del cittadino dalla cosa pubblica». Un danno, questo, che secondo i Verdi coinvolgerebbe le istituzioni a tutti i livelli.
Da queste considerazioni nasce la domanda rivolta a Beltraminelli: «L’uomo politico può comportarsi in modo difforme dalla morale comune?». Citando retoricamente Norberto Bobbio i Verdi ritengono che sia arrivato il momento di «limitare i danni ed assumersi finalmente gli oneri di un dipartimento che ha sbagliato in toto».
«La commissione parlamentare d’inchiesta e la magistratura accerteranno i fatti - prosegue la lettera -, ma l’etica impone un gesto forte da parte sua che faccia tornare fiducia nelle istituzioni e nei rappresentanti del popolo. Come direttore del Dipartimento della Sanità e Socialità, ha il dovere di assumersi la vera responsabilità di quello che succede all’interno del suo dipartimento e delle azioni dei suoi collaboratori».
La richiesta è semplice e non accetta sconti: «Dopo i recenti fatti la sua presa di responsabilità oggi non può più limitarsi ad una semplice ammissione di colpa. È necessario dimostrare che l’uomo politico non è un’entità a sé stante, ma che è ancora legato all’etica e sottostà alle leggi di tutti. Onorevole Beltraminelli, confidiamo che lei possa capire l’urgenza di un passo in dietro come segno etico di responsabilità civile nei confronti di tutti i cittadini ticinesi».