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CANTONELa ticinese Natascha Lusenti a Matrix racconta un tentato stupro

23.11.17 - 15:48
La giornalista spiega il perché scelse il silenzio e giustifica Asia Argento: «Ero giovane, terrorizzata. Oggi non ho più paura»
La ticinese Natascha Lusenti a Matrix racconta un tentato stupro
La giornalista spiega il perché scelse il silenzio e giustifica Asia Argento: «Ero giovane, terrorizzata. Oggi non ho più paura»

MILANO - Si è parlato di violenza sessuale sulle donne e della forza o del timore di denunciare quanto subito, ieri sera a Matrix, su Canale 5. Tra gli ospiti era presente anche la giornalista ticinese Natascha Lusenti, oggi anche conduttrice e autrice televisiva che in passato ha lavorato per il Giornale del Popolo e Ticino Management.

Nel corso della trasmissione la giornalista ha raccontato di un tentato stupro subito a San Francisco da un giocatore di football americano oltre 20 anni fa. «Avevo 21 anni», ha spiegato ricordando di essere uscita quella sera con il giocatore dei "San Francisco 49ers". Un «ragazzo massiccio» che aveva conosciuto in discoteca, non aspettandosi certo quello che da lì a poco sarebbe successo.

«Mi ero messa tutta carina, forse sono stata ingenua», racconta. «Esco con lui, andiamo a ballare e inizia a baciarmi. A un certo punto gli dico che non volevo più». Il giovane, a quel punto, l'avrebbe caricata in auto per portarla in piena notte in una zona isolata, insultandola per tutto il tragitto. «Erano le 3 di notte. Ero terrorizzata. A un certo punto mi ha sbattuto sul cofano».

Quello che Lusenti fece fu non reagire e rimanere in silenzio sperando che i bollenti spiriti si placassero. «Mi ha messo le mani addosso, ha iniziato a baciarmi mentre mi insultava pesantemente», ricorda ancora. «A un certo punto la mia strategia ha funzionato. Mi ha detto con parole molto dure che non valevo neanche quella roba lì e mi ha mollato in quel parco. Sono stata fortunata e sono riuscita a tornare a casa grazie al passaggio di una persona che aveva un cane nella sua macchina. Mi sono fidata di quel cane. Ricordo che quell'uomo mi fece una sola domanda, mi chiese da dove venissi. "Dalla Svizzera" gli risposi. Mi disse: "Gli stati Uniti non sono la Svizzera».

Lusenti spiega anche perché scelse il silenzio: «Non ho mai pensato un secondo di denunciarlo. Ero giovane, terrorizzata. Lui era un giocatore di una famosa e amata squadra in quella città. Per anni non ne ho parlato con nessuno. Quando ho sentito le dichiarazioni di Asia Argento l'ho capita. Anche io parlo solo adesso, perché sono grande e non ho più paura. Allora mi vergognavo. La mia è stata la stessa reazione che hanno tante ragazze che subiscono una violenza».

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