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BELLINZONAUn altro caso Arlind, la storia di Yasin

01.02.14 - 15:39
Il 23enne è arrivato in Svizzera nel 2008, dove impara l’italiano, diventa parrucchiere e trova una lavoro. Ma le autorità respingono i ricorsi ed entro il 21 febbraio deve lasciare la Svizzera
Foto Facebook
Un altro caso Arlind, la storia di Yasin
Il 23enne è arrivato in Svizzera nel 2008, dove impara l’italiano, diventa parrucchiere e trova una lavoro. Ma le autorità respingono i ricorsi ed entro il 21 febbraio deve lasciare la Svizzera

BELLINZONA - E' in fermento la comunità internauta ticinese. Dopo le manifestazioni di solidarietà e l'interesse mediatico suscitato dal caso Arlind, ragazzo kossovaro 17enne sul quale pende un ordine di espulsione sospeso temporaneamente in dicembre grazie a un certificato medico, le cronache raccontano oggi di Yasin, un cittadino iraniano di etnia curda che entro il 21 febbraio dovrà lasciare la Svizzera.

Sulla vicenda del ragazzo curdo su “LaRegioneTicino” è apparso oggi un articolo. Gli amici di Yasin, attraverso una lettera spedita oggi a Ticinonline, lanciano un ulteriore appello affinché l'opinione pubblica ticinese possa venire a conoscenza del caso. Nell'estate del 2012 gli è stata respinta la richiesta di asilo che aveva presentato appena arrivato. Yasin si è affidato ad un avvocato che ha presentato ricorso alla decisione, pagando di proprie tasche le spese legali. Nell'ottobre del 2013 è arrivata la prima doccia fredda: il ricorso è stato respinto. Al 23enne non è restato che ricorrere al Tribunale Federale. Anche Mon Repos ha respinto il ricorso e il 27 gennaio scorso la Confederazione ha esortato Yasin a lasciare il paese entro 3 settimane, ovvero il 21 di questo mese.

Ora i suoi amici vogliono fare sentire la loro voce affinché le autorità rilascino un permesso di soggiorno al giovane curdo che vive a Bellinzona.

Come si legge nella lettera Yasin è arrivato in Ticino nel 2008, dove ha chiesto asilo politico e lo stato di rifugiato. Dopo sei mesi di permanenza Yasin ha frequentato una scuola per imparare l'italiano. E' iniziato così il suo processo di integrazione che lo ha portato, sempre durante il 2008, a trovare un posto di apprendistato parrucchiere. Yasin è riuscito così a realizzare il sogno che cullava sin da bambino: diventare parrucchiere, con tanto di diploma federale. Tutt'oggi il ragazzo lavora al Salone Rosetta di Bellinzona con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

"Si mantiene da solo, paga le tasse, è un onesto cittadino che non ha mai avuto problemi con la giustizie e sta versando il 10% del suo stipendio ogni mese alla nostra Confederazione per restituire ciò che gli è stato dato nel primo periodo del suo arrivo" si legge nella lettera.

Come viene spiegato dai suoi amici Yasin è riparato in Svizzera per fuggire ad una situazione politicamente difficile nel suo paese "dove libertà e diritti sono inesistenti". Il suo viaggio è stato molto duro e avrebbe addirittura rischiato di perdere la vita nelle lunghissime giornate di cammino sulle montagne e sui camion di trasporto di persone che cercano di fuggire dai loro paesi”.

"Yasin nei suoi 6 anni trascorsi in Ticino ha imparato a parlare quasi l'italiano, a scriverlo altrettanto bene, è riuscito a integrarsi e a trovare tanti amici".

Il mondo del ragazzo è ormai il Ticino e sulla pagina Facebook aperta ieri sera dal titolo, "Yasin, un cittadino svizzero", sono già 562 le persone che hanno aderito alla richiesta indirizzata alle autorità affinché Yasin possa restare in Svizzera.

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