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CANTONEI docenti bocciano «la scuola che vogliamo»

23.03.17 - 15:07
II Comitato docenti VPOD ritiene retrograda l'iniziativa di Morisoli e Pamini : «Visione economicista e segregatoria»
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I docenti bocciano «la scuola che vogliamo»
II Comitato docenti VPOD ritiene retrograda l'iniziativa di Morisoli e Pamini : «Visione economicista e segregatoria»

LUGANO - Il Comitato dei docenti VPOD «riconoscendosi negli ideali di equità, inclusività ed educabilità propri della scuola ticinese da quarant’anni» hanno bocciato l'iniziativa «la scuola che vogliamo» proposta dai granconsiglieri Sergio Morisoli e Paolo Pamini (La Destra). «Non possiamo condividere la volontà di scaricare sulla collettività il costo delle rette delle scuole private, di fare della scuola dell’obbligo la serva sciocca dell’economia, di separare troppo precocemente i nostri ragazzi sulla base di presunte attitudini innate, che in realtà sono frutto dell’origine sociale e famigliare», scrive il comitato in un accorato comunicato stampa.

I docenti ricordano come «questa visione economicista e segregatoria della scuola» costituirebbe per il Cantone un balzo a ritroso nel tempo di 40 anni. Un ritorno al passato pagato a caro prezzo che il costo di questa proposta è stato stimato dal Governo tra i 14.3 e i 136.8 milioni di franchi. «Da anni ribadiamo che il Ticino deve recuperare il netto e crescente divario rispetto al resto della Svizzera riguardo agli investimenti nella formazione: gradiremmo però che lo si facesse seguendo la via indicata dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, e cioè in primo luogo riducendo in maniera importante il numero di allievi nelle classi».

«Lo scontro in atto tra varie fazioni del Parlamento (che produce una pletora di atti pubblici parziali ed estemporanei al servizio di interessi di bottega) ed il Dipartimento educazione cultura e sport, trincerato nella difesa del suo progetto La scuola che verrà, sta producendo effetti devastanti sulla formazione», sottolinea il comitato. «Tale scontro rischia di privare la scuola dell’obbligo di ciò che realmente necessita e di demoralizzare i docenti, che non vedono più riconosciuto il loro ruolo di professionisti dell’insegnamento».

Il Comitato docenti VPOD Ticino auspica invece che «il Gran Consiglio si impegni per migliorare la scuola dell’obbligo, allo scopo garantire a tutti gli allievi le stesse opportunità, indipendentemente dalla loro origine sociale e famigliare».

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