Il Ticino non dispone più di un reparto artificieri, in tutta la Svizzera ne sono rimasti tre. Un grattacapo per una regione discosta e chissà che non si guardi all’Italia
LUGANO - La mattinata vissuta dai luganesi è stata alquanto movimentata, a causa dei due allarmi bomba che hanno paralizzato alcune vie della città. Il primo, nella chiesa di San Rocco, è scattato poco dopo le 9.30. Circa un’ora e mezza più tardi è arrivato il secondo: una valigia sospetta era abbandonata sul marciapiede di via delle Aie. In entrambi i casi il pericolo non si è fortunatamente manifestato, ma numerosi cittadini e lavoratori sono rimasti bloccati per diverse ore e la polizia è dovuta intervenire in forze. Ma la lentezza dell’intervento non è dovuta agli agenti ticinesi, bensì all’attesa degli artificieri provenienti da Zurigo.
Convenzione a livello nazionale - Perché in Ticino non c’è un reparto artificieri? In realtà, non c’è più da pochissimi mesi. Da gennaio infatti è entrata in vigore una convenzione intercantonale sottoscritta dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP). Ecco quindi che in Svizzera i reparti specializzati si sono concentrati a Zurigo, Berna e Ginevra. Tutti gli altri cantoni, in caso di emergenza, sono costretti ad alzare il telefono. Non un problema al Nord delle Alpi dove le distanze sono ridotte, ma il Ticino appare un po’ distante. Soprattutto in una giornata come oggi, quando il maltempo sul Gottardo ha impedito agli artificieri di volare su Lugano in elicottero.
«Lo abbiamo evidenziato» - Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi conosce bene la questione: «È un problema che abbiamo sempre evidenziato, dipendendo da Zurigo, e dato che non siamo Argovia o Lucerna, per arrivare in Ticino gli artificieri possono metterci anche tre ore», ci risponde. «La convenzione è in vigore da tre mesi e queste esperienze non fanno che confermare quello che già avevamo fatto notare a suo tempo», aggiunge.
«Un attacco reale purtroppo è questione di minuti» - Chiaramente, la fortuna ha voluto che sacchetto e valigia fossero del tutto inoffensivi. Ma cosa accadrebbe se fosse una bomba vera? «In un attacco reale, purtroppo, tutto accade in 4 o 5 minuti. Gli artificieri servono piuttosto in casi come quelli verificatisi a Lugano. Per sventare attacchi veri sono però più importanti le attività di prevenzione e di intelligence», spiega Gobbi. «Spesso queste situazioni sono dovute a disattenzioni o, peggio, a degli scherzi di cattivo gusto. È importante che si capisca che interventi di questo tipo costano molto alla collettività in termini finanziari e i responsabili potrebbero anche doverne rispondere».
Chiedere all’Italia? - Da Zurigo, avvertiti la mattina, gli artificieri sono arrivati solo nel primo pomeriggio. E se si fosse chiesto ai vicini italiani? «Non ci sono preclusioni, in futuro si potrebbe pensare a soluzioni simili. Con Varese collaboriamo infatti già per la medicina legale», afferma Gobbi. Una possibilità anche più reale dell’agire da soli. «In questi settori i costi sono molto alti. Oltre alle attrezzature, il personale deve essere continuamente formato».
«Capisco le preoccupazioni del Ticino» - Ma cosa ne pensano a Berna delle preoccupazioni del Ticino? A presiedere la CDDGP è proprio un bernese, il consigliere di Stato Hans-Jürg Käser. «La soluzione attuale è apparsa la più adeguata all’assemblea plenaria della CDDGP», ci chiarisce, «evidentemente capisco che un’attesa di questo genere può essere un problema per polizia e popolazione ticinese». Una comprensione che lo stesso ministro bernese chiarisce: «Per Berna l'abbiamo pretesa perché è una citta sensibile, con le ambasciate e i palazzi governativi. Non potremmo mai aspettare che arrivi la polizia di Zurigo». E, infatti, non lo fa.