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TICINOStudenti stranieri: se non sei ricco qui non studi

22.03.12 - 08:33
Limite di 15 ore di lavoro settimanali per gli universitari provenienti dall'estero. Il caso di un giovane che fatica a pagarsi gli studi. Il Cantone: "O si è qui per studiare, o per lavorare"
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Studenti stranieri: se non sei ricco qui non studi
Limite di 15 ore di lavoro settimanali per gli universitari provenienti dall'estero. Il caso di un giovane che fatica a pagarsi gli studi. Il Cantone: "O si è qui per studiare, o per lavorare"

BELINZONA – Le scuole universitarie ticinesi aprono le porte verso l’estero solo agli studenti stranieri benestanti? Sembrerebbe di sì stando alle disposizioni del Cantone che impediscono agli universitari stranieri di svolgere attività lavorative accessorie per oltre 15 ore a settimana. Lo spunto arriva dal caso di uno studente dell’USI che fatica, comunque, a pagarsi gli studi e vorrebbe avere qualche soldo in più per le sue comodità. “Ma la legge mi impedisce di lavorare per più di 15 ore a settimana. Il fatto è che per un’ora di lavoro guadagno troppo poco, 15 ore non bastano”.

Limite - Quindici ore a settimana al massimo, sessanta ore al mese. “Non è una media – ci dice un impiegato dell’ufficio permessi –, è un limite ben preciso che non va mai superato”. La misura solleva diversi interrogativi perché non tutti i lavori accessori sono ben remunerati. Un limite orario risulta dunque essere un parametro piuttosto discutibile. “Non ci devono essere attività lucrative che permettono alla persona di mantenersi. I guadagni devono servire come semplice ‘argent de poche’. Nel caso in cui uno trasgredisse, scatterebbe una contravvenzione e verrebbe messo in discussione il suo statuto di studente. Insomma, o uno è qui a studiare o a lavorare. Se si ha un permesso di studio, ma si vuole fare altro allora occorre fare riesaminare la propria posizione. Si può arrivare anche alla revoca del permesso di studio”.  

Lavoro nero - Attualmente sono 2.205 gli stranieri in Ticino con un permesso da studenti, 1437 di questi seguono una formazione presso una scuola di grado universitario. Il nostro interlocutore precisa di non avere mai riscontrato gravi infrazioni. Il primo dubbio tuttavia è che una simile norma spinga gli studenti stranieri a lavorare in nero. “Ma le cose scorrette prima o poi saltano sempre fuori”. Il secondo dubbio è che favorisca solo gli studenti stranieri benestanti, quelli che al momento dell’iscrizione alla scuola universitaria possono garantire di avere i mezzi per pagarsi gli studi. “Quando uno firma l’iscrizione lo studente assicura di potere pagare gli studi. Se poi arriva qui, i soldi non gli bastano e deve lavorare, significa che ha mentito”.  

Regole - “La regola delle 15 ore – fa notare Attilio Cometta, capo della sezione dei permessi e dell’immigrazione – vale per tutti gli stranieri con un permesso da studenti e che frequentano una scuola superiore. È una norma che permette comunque allo studente di avere un piccolo guadagno per le proprie spese personali. Chi è in Ticino per un imparare la lingua invece non ha alcuna possibilità di lavorare”.

 

 

 

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