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TICINOCrocifisso. Per i liberi pensatori, colpa dei politici

12.10.10 - 20:07
Crocifisso. Per i liberi pensatori, colpa dei politici

LUGANO- La Sezione ticinese dell'Associazione svizzera dei liberi pensatori ha preso atto con grande indignazione della notizia relativa al licenziamento di un docente  in un Comune dell'Alto Vallese, docente la cui unica colpa sarebbe stata quella di essersi rifiutato di insegnare in un'aula nella quale fosse affisso il crocefisso. 

L'insegnante in questione aveva rimosso il simbolo religioso  dalle pareti della sua scuola un anno fa e non ha poi dato seguito all'ordine di riappendere l'emblema alle pareti. "Si tratta di un rifiuto legittimo spiega l´associazione - fondato non solo sui principi della Costituzione  federale che contempla  la libertà di pensiero e la neutralità delle istituzioni pubbliche tra le quali la scuola, in materia religiosa, ma anche in base alla sentenza del Tribunale federale risalente al 1990  con la quale la massima corte aveva deliberato sul caso di Cadro, caso che ora è stato riaperto e sul quale le istanze competenti devono ancora esprimersi".

Secondo l´associazione, il licenziamento senza fondati motivi del docente vallesano è segno del clima di crescente intolleranza che il mondo cattolico sta alimentando non solo in Vallese ma anche in Ticino. Nel nostro Cantone i vertici ecclesiastici stanno sistematicamente alzando il tiro delle loro pretese di influenza nel campo dell'insegnamento ed 
in altri ambiti sensibili della vita sociale, come quello della sanità".

Al di là della solidarietà verso l'insegnante colpito per le sue convinzioni e per l'impegno in difesa della laicità dello Stato, i Liberi pensatori ritengono pure di esprimere la loro preoccupazioni verso una classe politica che, da destra a sinistra e anche nella Svizzera italiana,  "mostra un atteggiamento sempre più remissivo nei confronti dell'arroganza clericale e questo nel totale disprezzo della molteplicità di opinioni che attraversa oggi la società e che consiglierebbe la scelta di  una posizione neutrale degli enti pubblici in materia confessionale". 
I Liberi pensatori invitano pertanto le forze politiche che si rifanno ai principi della laicità ad impegnarsi affinché situazioni analoghe non abbiano a verificarsi pure in Ticino.

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