Le sezioni dell’Udc di San Gallo e Neuchâtel pensano a un’iniziativa da lanciare a inizio 2017
ZURIGO - Dopo che, domenica, il Ticino ha detto “sì” all’iniziativa “Prima i nostri” ─ che inscrive nella costituzione cantonale il principio della preferenza alla manodopera indigena ─ anche in altri cantoni si pensa a soluzioni locali alla questione immigrazione e frontalierato.
Come conferma a 20 Minuten il presidente dell’Udc sangallese, Walter Gartmann, la sezione locale del partito sta lavorando «intensamente» a un’iniziativa popolare che sancisca la preferenza indigena. «Ci troviamo in una regione di frontiera, i lavoratori provenienti dall’Austria e dalla Germania mettono la forza lavoro locale sotto pressione», afferma. Specialmente dopo la decisione del Consiglio Nazionale di optare per un’applicazione «light» dell’Iniziativa contro l’immigrazione di massa, aggiunge Gartmann, è necessario attivarsi autonomamente da Berna. Nel cantone della Svizzera nordorientale la raccolta firme a tal fine comincerà al più presto all’inizio del prossimo anno.
L’Udc di Neuchâtel pensa di lanciare un’iniziativa popolare sul tema nello stesso periodo. «Speriamo ancora che il Consiglio degli Stati inasprisca l’attuazione dell’Iniziativa contro l’immigrazione di massa nella sessione invernale», premette tuttavia il presidente Yvan Perrin. «Se così non fosse noi siamo pronti», aggiunge. Anche le sezioni Udc di Obvaldo, Argovia e Ginevra meditano su iniziative simili come confermano i rispettivi presidenti.
Il consigliere nazionale Thomas Aeschi, presidente dell’Udc di Zugo, commenta invece: «Se puntiamo a soluzioni cantonali diamo ragione a chi vuole seppellire la democrazia diretta». Soluzioni cantonali non sono ben viste nemmeno dai democentristi dei cantoni Svitto, Sciaffusa, Turgovia, Appenzello Interno e Zurigo.