Iniziativa bocciata dalla definizione di coppia: «Eravamo disposti a toglierla»
BERNA - Da decenni si cerca di togliere il balzello fiscale imposto alle coppie sposate che, sommando i propri redditi, vanno a pagare un’aliquota maggiore. Questa domenica è stato il turno del Ppd. La proposta conservatrice, però, oltre ad abolire questa disparità, chiedeva anche di inserire nella costituzione la seguente definizione: “Il matrimonio consiste nella durevole convivenza, disciplinata dalla legge, di un uomo e di una donna”. Un’aggiunta probabilmente irrilevante allo scopo dell’iniziativa, che ha però colpito e affondato tutto il pacchetto. Dal sondaggio svolto da Sotomo per 20 minuti emerge che il 53% di chi ha votato no, lo ha fatto per non inserire nella costituzione questa frase. In particolare, il 26% dei votanti lo ha fatto solo per questo motivo. «È praticamente certo che senza la definizione di matrimonio, l’iniziativa avrebbe trovato la maggioranza», commentano i politologi di Sotomo.
Favorevoli disinteressati - Togliendo la frase, quanti favorevoli avrebbero cambiato idea? Pochissimi: solo il 6% ha spiegato di aver votato sì per il desiderio di mettere dei paletti al concetto di matrimonio. Il 16% lo ha inserito tra i motivi, ma in subordine all’azzeramento delle differenze fiscali. Chi ha messo il sì nell’urna, infatti, nel 71% dei casi lo ha fatto con il chiaro intento di eliminare il costo del matrimonio. Pochissimi (3%), invece, hanno indicato tra le motivazioni, il desiderio di prevenire la tassazione individuale, via che sarà verosimilmente scelta in futuro da chi vuole equità di trattamento davanti al fisco.
«Eravamo disposti a rinuciare» - «La nostra era un’iniziativa fiscale e questa definizione non cambiava lo stato delle cose», commenta il consigliere nazionale Marco Romano. Ma il Ppd non ci sta ad assumersi tutte le responsabilità: «Quando ne abbiamo discusso in Parlamento, ci siamo detti disposti a togliere quella definizione, ma la maggioranza ha voluto mantenerla. Probabilmente perché non avrebbero avuto altri argomenti per attaccare l’iniziativa». Il risultato, però, non abbatte il deputato Ppd: «La maggioranza dei cantoni ha approvato il testo, questo significa che il desiderio è di mantenere la tassazione congiunta, ma eliminando le discriminazioni. E lo si dovrà fare in tempi rapidi».