Secondo la proposta del Consiglio federale, la crescita nominale annua dei crediti sarà in media del 3,7%, un aumento maggiore rispetto ad altri ambiti amministrativi. Si tratta però di una crescita irregolare, motivo per cui la Commissione della scienza, dell'educazione e della cultura chiedeva un aumento maggiore dei contributi.
In particolare i partiti borghesi si sono opposti all'aumento proposto dalla Commissione per ragioni di budget, così come la Commissione delle finanze, secondo cui nessun aumento deve essere deciso senza un'adeguata compensazione.
A beneficiare dei crediti sono soprattutto i politecnici federali (PF), cui saranno versati 9,5 miliardi (+3,9%). Il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS) dovrebbe ricevere 3,7 miliardi. Le università, di competenza essenzialmente cantonale, riceveranno complessivamente 3 miliardi (50 milioni in meno dei crediti richiesti).
Alla formazione professionale toccheranno 3,6 miliardi. Questi importi coprono la quota federale di finanziamento, fissata per legge al 25%. Questa soglia è stata raggiunta per la prima volta nel 2012. La Commissione per la tecnologia e l'innovazione (CTI) registrerà la crescita maggiore, pari al 5,7% all'anno (a 547 milioni).
Fra le novità, anche la possibilità per i Politecnici di poter limitare il numero di studenti stranieri residenti fuori dalla Svizzera, nel caso in cui la qualità dell'insegnamento fosse minacciata.