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GINEVRA«Accettiamo la sua morte, ma mai il modo in cui è stata uccisa»

18.05.17 - 11:40
La famiglia della socioterapeuta è annientata dal dolore e chiede l’internamento «fino all’ultimo respiro» di Fabrice A., rimasto impassibile durante il processo
Keystone
«Accettiamo la sua morte, ma mai il modo in cui è stata uccisa»
La famiglia della socioterapeuta è annientata dal dolore e chiede l’internamento «fino all’ultimo respiro» di Fabrice A., rimasto impassibile durante il processo

GINEVRA - Il nuovo processo contro Fabrice A. per l'uccisione della socioterapeuta Adeline nel 2013 è proseguito oggi a Ginevra con le testimonianze struggenti dei famigliari della vittima, che hanno chiesto l'internamento a vita per l'imputato.

«Si riesce ad accettare la sua morte, ma non accetteremo mai il modo in cui è stata uccisa», «portiamo tutto il peso dell'orrore che ha subito», «tutto il nostro entourage è stato distrutto», ha dichiarato visibilmente commossa la madre davanti al Tribunale criminale, mentre Fabrice A. assisteva impassibile.

La donna ha poi descritto l'«incomprensione» della nipotina, la figlia di Adeline, che aveva otto mesi nel settembre 2013 al momento del dramma: «questo raggio di sole che deve crescere senza la sua mamma» non capisce perché questa «non scenda dal cielo per raggiungerla».

La madre di Adeline ha poi descritto la propria figlia come una ragazza allegra, che ascoltava e piaceva agli altri, empatica, intelligente e gentile. Ha subito «il parossismo del male», ha detto, e ha chiesto l'internamento a vita per l'imputato, affinché l'assassino dell'«adorata Adeline» rimanga dietro le sbarre «fino all'ultimo respiro».

Anche il padre ha descritto la sofferenza dei genitori, del partner di Adeline e dei nipoti. Il partner, che come la vittima lavorava nel centro di reinserimento sociale La Pâquerette di Ginevra dove il 42enne Fabrice A. era rinchiuso, contrariamente ai genitori è stato anche interrogato dalla corte.

Egli ha dichiarato che l'uomo, già condannato in Svizzera e in Francia a 20 anni complessivi di reclusione per due stupri, aveva tentato di accalappiare Adeline e aveva insistito affinché la 34enne gli fosse assegnata come accompagnatrice per la sua seconda uscita di risocializzazione dal centro. Un'escursione rivelatasi fatale per la donna, legata a un albero e sgozzata dal pregiudicato il 12 settembre 2013 nei pressi di Ginevra.

Dopo l'omicidio Fabrice A. era fuggito con la vettura, i cellulari e il denaro della vittima, diretto in Polonia, dove viveva una sua ex compagna, della quale - secondo l'accusa - voleva vendicarsi. Era stato arrestato quattro giorni dopo ed estradato in Svizzera.

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COMMENTI
 

Libero pensatore 6 anni fa su tio
La pena di morte non è qualcosa che mi entusiasma. Non perché io ritenga che questo personaggio meriti di vivere, ma semplocemtbe perché credo che la pena dovrebbe procurargli enorme sofferenze per il resto della sua vita. È chiaro che non è possibile farlo, ma idealmente gli farei passare il resto della vita in carcere in isolamento con qualcuno che lo stupra tutti i giorni. Visto che non si può fare, mi limiterei al carcere a vita in isolamento. Niente TV, niente luce del sole e nessun contatto sociale.

mgmb 6 anni fa su tio
A lui la pena di morte e chi ha permesso la sua liberazione l'ergastolo, in carcere e buttare le chiavi.

made 6 anni fa su tio
per casi simili ci vuole la pena di morte

moma 6 anni fa su tio
Risposta a made
Ma certo che si. Il minimo che si possa fare. Stabilito con certezza la sua colpevolezza. Via, iniezione senza sofferenze e pace. No invece. La nostra giustizia di melma lo rimetterà ancora in giro per recuperarlo. Leggi il CdT, con un altro esempio di giustizia di melma.

volabas 6 anni fa su tio
Risposta a moma
certo che doppio si..ma non condivido la modalita'...appeso ad un palo come cibo per corvi falchi e aquile

ofiuco 6 anni fa su tio
Assieme a lui in prigione anche chi ha permesso la sua liberazione.

ladycore 6 anni fa su tio
Uno psicopatico che uccide e/o stupra è irrecuperabile e impossibile da reintegrare dalla società, lucido e perfettamente consapevole delle sue azioni. Purtroppo si tratta dell'1% della popolazione che vive attorno a noi, alcuni riescono ad usare le loro peculiarità e diventano funzionali manager altri deragliano nelle pulsioni con questi risultati. L'unica soluzione finora è l'internamento a vita, personale opinione.
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