Le associazioni ambientaliste, dopo la pubblicazione dello studio Eawag, chiedono misure efficaci
BERNA - Misure efficaci per ridurre i pesticidi usati in agricoltura che finiscono nelle acque di superficie. È quanto chiedono le associazioni ambientaliste, dopo la pubblicazione dello studio Eawag sull'inquinamento dei ruscelli in Svizzera.
La situazione è allarmante, scrive in una nota Pro Natura. Il malcontento della popolazione è grande, basti pensare alle due iniziative contro l'uso di pesticidi per le quali si stanno raccogliendo le firme.
I pesticidi che finiscono nell'acqua sono un pericolo per tutti gli animali e man mano che si sale la catena alimentare anche per l'uomo, sottolinea ASPU/Birdlife, l'associazione per la protezione dei volatili. Il Consiglio federale dovrebbe prendere misure per ridurre la dipendenza dell'agricoltura dall'industria chimica.
I risultati dello studio sono allo stesso tempo «chiari e scandalosi», afferma da parte sua Greenpeace. Le norme di legge sono violate sistematicamente e una volta di più ci si rende conto che l'immagine di un'agricoltura svizzera rispettosa della natura, propagata dall'Ufficio federale dell'agricoltura e dall'Unione dei contadini, rispecchia una strategia di marketing piuttosto che la realtà.
Per l'associazione "Sauberes Wasser für alle", promotrice dell'iniziativa che chiede di tagliare i pagamenti diretti agli agricoltori che fanno uso di pesticidi e antibiotici, «il legislatore sta capitolando davanti alle norme di legge».
Il Consiglio federale ha lanciato un piano d'azione che si ripromette di combattere l'utilizzo eccessivo di pesticidi. Dall'altra parte, gli Uffici federali hanno elaborato proposte che «per loro stessa ammissione non permetteranno di rispettare la legge sulla protezione della natura». I superamenti di limiti di tolleranza verrebbero ridotti soltanto della metà entro il 2026, secondo l'associazione.