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SVIZZERAChristian Wasserfallen nuovo presidente ACS

23.06.16 - 16:00
Christian Wasserfallen nuovo presidente ACS

BERNA - Il consigliere nazionale Christian Wasserfallen (PLR/BE) è il nuovo presidente centrale dell’Automobile Club Svizzero (ACS) al posto di Mathias Ammann. Le 13 sezioni presenti all'assemblea di Yverdon-les-Bains (VD), su 19, hanno quindi confermato a volontà di liberarsi di Ammann. Quest'ultimo contesta la validità dell'elezione.

Le 13 sezioni riunite contro il parere della maggioranza della Commissione amministrativa (direzione) hanno eletto anche un nuovo organo esecutivo e amministrativo. "In questo modo è stata scritta la parola fine alle recenti polemiche", afferma un comunicato. I delegati hanno autorizzato la nuova direzione a incaricare una commissione indipendente di indagare sulle vicende delle ultime settimane.

Mathias Ammann, presidente nella bufera a cause dei recenti scandali interni, ha dichiarato all'ats che non intende lasciare l'incarico. A suo avviso l'assemblea non è conforme agli statuti e quindi non è valida.

In assenza di Ammann, l'assemblea è stata diretta dalla sua principale rivale nell'associazione automobilistica, Ruth Enzler, membro della Commissione amministrativa uscente e presidente della sezione zurighese. Secondo Lorenz Knecht, direttore della sezione zurighese, l'elezione di Wasserfallen si è svolta correttamente. Due posizioni diametralmente opposte che lasciano presagire una lunga battagli giuridica interna.

L'ACS è salita alla ribalta della cronaca nelle ultime settimane a causa di una sorta di guerra intestina fra le varie sezioni. Il presidente centrale Ammann aveva rinunciato a un prolungamento del suo incarico, ma poi ci aveva ripensato. Una grande maggioranza delle sezioni cantonali dell'ACS aveva nel frattempo proposto quale suo successore proprio Wasserfallen.

Ammann è stato oggetto di una denuncia penale per reati patrimoniali da parte di esponenti dell'associazione mentre il direttore generale Stefan Holenstein è stato licenziato in tronco il 17 giugno dopo essere stato sospeso con effetto immediato quattro giorni prima. Ammann aveva in particolare giustificato il provvedimento adducendo una violazione del dovere di fedeltà. Il direttore ha respinto con forza tutte le accuse.

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