Da quando ha assunto la carica, afferma il vescovo, un solo caso è stato portato alla sua conoscenza. I fatti risalgono al 1996, all'inizio del suo mandato, e sono quindi caduti in prescrizione. All'epoca era stato proposto un incontro con la vittima, residente negli Stati Uniti, incontro che però non è stato possibile organizzare.
"Se una vittima di abusi sessuali dovesse oggi rivolgersi a me, lo inviterei espressamente a rivolgersi al giudice civile", spiega monsignor Brunner, che si dice anche stupito dell'accanimento mostrato su questo tema da alcuni media. È giusto informare, "ma in modo umano e non sotto forma di caccia all'uomo". "Non si può promettere di svelare tutto al grande pubblico unicamente per essere trasparenti".
Non bisogna comunque minimizzare: i casi dei sacerdoti pedofili sono gravi, afferma ancora il vescovo, ma il fenomeno riguarda "alcuni preti e non l'intera Chiesa". La diocesi di Sion è peraltro molto attiva nella prevenzione: su richiesta della Conferenza dei vescovi svizzeri sono stati creati nel 2003 gruppi di esperti e di consulenza. Sacerdoti, diaconi, agenti pastorali laici e religiosi devono rispettare le consegne: se vengono a conoscenza di atti di pedofilia, devono denunciarli ai superiori gerarchici.