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LNAIl ritorno nella sua Svizzera e le delusioni francesi: parla Tim Bozon

27.04.17 - 07:00
Nella prossima stagione il 23enne giocherà in LNA: «Non vedo l'ora di iniziare a Kloten. La nazionale? Amo la Francia, ma questa volta sono deluso: è mancata la comunicazione, ho voltato pagina»
Il ritorno nella sua Svizzera e le delusioni francesi: parla Tim Bozon
Nella prossima stagione il 23enne giocherà in LNA: «Non vedo l'ora di iniziare a Kloten. La nazionale? Amo la Francia, ma questa volta sono deluso: è mancata la comunicazione, ho voltato pagina»
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KLOTEN - Nella giornata di ieri - mercoledì 26 aprile - Tim Bozon ha ufficializzato il suo rientro in Svizzera, firmando un contratto annuale con il Kloten. Sono trascorse esattamente sei stagioni da quando l'attaccante francese aveva lasciato la Resega, ancora 17enne, per tentare l'avventura oltre oceano e inseguire il suo grande sogno della NHL. 

Draftato nel 2012 dai Montréal Canadiens, il 23enne non è però mai riuscito a scendere in pista in una partita ufficiale con la franchigia canadese - anche a causa dei noti problemi di salute che l'hanno colpito nel mese di febbraio del 2014 (una rarissima forma di meningite fulminante) -, dividendosi fra AHL (23 punti in 85 partite), WHL (314 punti in 286 gare) ed ECHL (15 punti in 29 incontri).

Tim Bozon, cosa ti ha spinto a tornare in Svizzera?
«Il mio obiettivo è sempre stato quello di giocare in NHL e di riuscire ad affermarmi, ma purtroppo in questi anni non ci sono riuscito. Sono convinto di avere le capacità, anche se nelle ultime due stagioni non mi sono tolto le soddisfazioni che pensavo. Ero poi in scadenza di contratto e, piuttosto che continuare per un terzo campionato in AHL, mi sono attivato per capire quali fossero le situazioni più interessanti per rilanciare la mia carriera, optando così per il Kloten. Penso che giocare un anno in LNA sia l'ideale per ritrovare certe motivazioni e per capire realmente quale sia il mio livello».

...e come mai proprio gli Aviatori?
«Per le mie caratteristiche e per le esigenze personali penso che sia la piazza ideale: ho bisogno di ghiaccio e di potermi esprimere in tutte le situazioni di gioco. Oltre a questo il Kloten è un club formatore e ha la fama di saper valorizzare al meglio i giovani, aspetto che ha avuto una grande influenza sulla mia scelta. Il fatto poi di avere anche militato - dal 2009 al 2011 - nelle giovanili degli zurighesi mi permette di partire avvantaggiato, conosco sia l'ambiente che la mentalità. Trovo infine che la squadra sia competitiva ed è composta da un buon mix di talenti interessanti e di giocatori d'esperienza».

Hai firmato però soltanto un contratto annuale...
«Il club conosce molto bene le mie intenzioni: il mio obiettivo è quello di disputare un buon campionato per poter ritentare immediatamente l'avventura oltre oceano e, anche se non sarà facile, mi auguro di riuscirci. Il livello del campionato elvetico è davvero alto e non esistono più molte barriere, dato che si vedono sempre più giovani svizzeri fare, in breve tempo, il grande salto in NHL. Un buon esempio è quello di Denis Malgin che ha giocato una cinquantina di partite con i Florida Panthers, dopo aver disputato un solo campionato completo in LNA con lo Zurigo». 

Il tuo percorso in nord America è stato comunque condizionato dai noti problemi di salute...
«Non ho mai voluto cercare scuse e aggrapparmi a questo episodio, ma è comunque una realtà. Quando mi sono ammalato non è stato per niente semplice gestire mentalmente la situazione, anche se ho avuto la fortuna di ricevere molto sostegno da parte dei miei cari. Mio padre mi ha sempre insegnato che non bisogna mai mollare e cercare di essere forti soprattutto nelle situazioni difficili. È stato complicato anche a livello fisico, dato che ho perso molto tempo prezioso che avrei potuto sfruttare per continuare la mia crescita verso la NHL. Quando poi mi sono ripreso, ero in ritardo di preparazione rispetto ai miei compagni e non ero nemmeno in grado di affrontare al meglio un campionato duro come la AHL, perdendo così contatto con la NHL. Ho comunque la sensazione che i Canadiens mi abbiano messo un po' da parte e che non mi abbiano mai dato la reale possibilità di esprimere tutte le mie qualità. È però stato in quel momento che mi sono allenato ancora più duramente con lo scopo di recuperare e di farmi trovare pronto in caso di chiamata. Ora sto bene e sono arrivato a un punto che ho bisogno di gustarmi la carriera».

E la nazionale? Non parteciperai ai Mondiali casalinghi...
«Non poter difendere i colori della mia nazionale davanti ai nostri tifosi è per me una grande delusione. Adoro indossare la maglia della Francia, ma il problema è la filosofia del selezionatore. Non mi ha mai telefonato, non è mai venuto a vedere una sola partita di campionato e non mi ha di conseguenza nemmeno preso in considerazione per i Mondiali. Non ho assolutamente gradito la gestione della situazione, così come la totale mancanza di comunicazione, ma adesso ho voltato pagina: sono concentrato sul Kloten e non vedo l'ora di iniziare questa nuova avventura e di dimostrare tutto il mio valore». 

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