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CHALLENGE LEAGUE«La mia figura era diventata superflua. Rancore? No, ma...»

03.11.16 - 22:24
L'ex direttore generale del Chiasso Riccardo Bellotti, licenziato ad agosto, si è espresso a proposito del suo ex club
TiPress
«La mia figura era diventata superflua. Rancore? No, ma...»
L'ex direttore generale del Chiasso Riccardo Bellotti, licenziato ad agosto, si è espresso a proposito del suo ex club
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CHIASSO - Solo due vittorie in 13 partite. Il Chiasso sta vivendo un autunno travagliato che purtroppo fa rima con ultimo posto in classifica (a pari merito con lo Sciaffusa). 

Solitamente quando una squadra non raggiunge i risultati sperati è l'allenatore a venir messo in discussione. Dalle parti del Riva IV i problemi però albergano altrove e non di certo in una cattiva gestione sportiva. Al "povero" Giuseppe Scienza era realisticamente difficile chiedere di più.

La società momò, negli ultimi mesi, non ha infatti messo nelle condizioni ideali il suo allenatore per rendere al meglio. Ecco la conseguenza: una compagine che veleggia nelle zone limacciose della classifica e che rischia, avanti di questo passo, la relegazione. 

Dalla toccata e fuga di Carlo Cavalleri al desiderio ormai risaputo di Persichino e Cogliandro, da due anni proprietari del Chiasso, di cedere le proprie azioni. In terra momò regnano molta incertezza e confusione.

Licenziato ad agosto - dopo cinque anni di servizio - l'ex direttore generale del club Riccardo Bellotti da tre giorni non figura più sul libro paga del sodalizio momò. Lo abbiamo avvicinato.

Riccardo, che effetto ti fa vedere un Chiasso in una simile situazione?
«Sono dispiaciuto chiaramente. In estate si pensava di imbastire un altro tipo di mercato e di conseguenza di raggiungere altri risultati. Per quanto fatto durante quel periodo, però, i risultati stanno andando di pari passo».

Tutta colpa di Cavalleri dunque?
Non credo. Dei giocatori presi da Cavalleri alla fine è rimasto solo Inters Gui, gli altri sono stati piazzati e non sono più a carico del club. È chiaro che durante quel periodo è stato perso troppo tempo. Bisogna però ammettere che la proprietà non è mai stata chiara su quelle che erano le risorse da investire e su quella che era la reale operatività dei dirigenti. Inevitabile, dunque, che si sia arrivati a una tale situazione».

Porti rancore nei confronti del Chiasso?
«Non direi rancore. Avrei però preferito che fosse stata la proprietà a comunicarmi la decisione e non un personaggio che si era appena insediato a Chiasso (Bignotti, ndr). In realtà già dopo la scelta di prendere Cavalleri avevo intuito che la fiducia in me fosse venuta meno. Altrimenti non c’era il bisogno di nominare un secondo direttore generale quando dieci mesi prima la società aveva nominato me. Io ho la coscienza pulita. Ho sempre dato tutto per i colori rossoblù».

Che motivazione ti è stata data al momento del licenziamento?
«Non c’è stata una motivazione, non c’è stato un evento che ha spinto il club a licenziarmi. Semplicemente la società ha scelto di puntare su altre persone che di conseguenza dovevano portarne altre con degli scopi ben precisi. È così che la mia figura è diventata superflua...».

Secondo Riccardo Bellotti il Chiasso si salverà?
«Ho combattuto e lottato per cinque anni per mantenere il Chiasso in Challenge League e so molto bene che un’eventuale retrocessione terrebbe i rossoblù lontano dalle leghe che contano per diversi anni. Ciò andrebbe a cancellare tutti gli sforzi fatti negli scorsi anni e per questo sarei molto dispiaciuto. Auguro dunque alla squadra di salvarsi e di trovare una certa stabilità societaria che oggi manca».

Cosa fa oggi Riccardo Bellotti?
«Seguo partite, giro e mi documento sia in Italia che in Svizzera. Aspetto suoni il telefono sperando che dall'altra parte della cornetta ci sia qualcuno con una proposta interessante».  

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