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Wawrinka è il più anziano finalista al Roland Garros dai tempi di Nikki Pilic. Sarà abbastanza fresco, dopo la maratona con Murray, per sgambettare Nadal?
PARIGI (Francia) - Sarà superiore la fame di Rafa Nadal, a caccia del decimo trionfo a Parigi, o la voglia di Wawrinka, che insegue il quarto successo in uno Slam? Promette spettacolo la finale del Roland Garros. Il rossocrociato, 32 anni e 75 giorni, è il più anziano finalista del Roland Garros dai tempi di Nikki Pilic (33 anni e 280 giorni nel 1973, quando perse da Nastase). Il maiorchino è uno stato di forma super. I precedenti dicono che i due si sono affrontati 18 volte e il bilancio è di 15-3 per lo spagnolo, che diventa 6-1 sulla terra battuta.
Wawrinka dovrà quindi studiare una strategia ben precisa per imporsi: «Rafa è mancino, dunque cambia tutto. Il mio rovescio incrociato sfiderà il suo dritto. Contro Nadal devi saper adattare il tuo tennis. Dipenderà dal suo rovescio: in certi giorni lo sente bene, in altri un po' meno. Dovrò stimolarlo da quella parte. Se il mio rovescio incrociato funziona bene, potrei aprirmi il campo alla sua destra e poi finire il punto dall'altra parte». Da parte sua, Nadal approccia il match con prudenza. «Prima di tutto non penso ai game e ai set persi. E non credo che la fatica in semifinale influenzi Wawrinka su piano fisico. Anzi, credo che la semifinale gli lasci in eredità più fiducia che stanchezza». Rafa ha le idee chiare: sa che non potrà mettere Wawrinka nella condizione di tirare forte. «Dovrò limitarlo, per questo giocherò aggressivo per non lasciargli facilmente il controllo del punto. È facile a dirsi, meno da mettere in pratica».
