Cerca e trova immobili

MOTOMONDIALEMarco Colandrea: "L'impatto è stato duro, ma sono cresciuto"

13.11.12 - 07:02
Con la gara di Valencia si è conclusa la stagione 2012 del Motomondiale ed è tempo di bilanci per il pilota ticinese che ha gareggiato nel campionato della Moto2 con il team Stop And Go Racing
Keystone
Marco Colandrea: "L'impatto è stato duro, ma sono cresciuto"
Con la gara di Valencia si è conclusa la stagione 2012 del Motomondiale ed è tempo di bilanci per il pilota ticinese che ha gareggiato nel campionato della Moto2 con il team Stop And Go Racing
SPORT: Risultati e classifiche

VALENCIA (Spagna) - La stagione 2012 del Motomondiale è terminata domenica 11 novembre a Valencia. Per quanto riguarda la Moto2, la Svizzera può vantarsi di aver schierato quattro piloti di valore: Lüthi, Aegerter, Krummenacher e il giovane debuttante nelle moto che contano, ovvero il talento ticinese Marco Colandrea. Senza nemmeno disputare una stagione nella classe minore della Moto3, il giovane centauro ha immediatamente fatto il grande salto nella Moto2, visto che l'unica opportunità per potersi mettere in luce a livello mondiale, l'ha ricevuta dalla scuderia Stop and Go Racing Team (SAG), che disputa appunto il campionato di Moto2.

Marco Colandrea, hai terminato la tua prima stagione in Moto2…qual'è il tuo bilancio?
“Mi aspettavo sicuramente di più. L'opportunità è stata grande e per questo devo ringraziare il mio management: la All Sports di Mendrisio. Quest'anno l'obiettivo era quello di imparare e fare esperienza, soprattutto perché la maggior parte delle piste non le conoscevo, ma nel box mi sono trovato spesso solo. Quando chiedevo soluzioni tecniche al team non arrivavano e non mi sembrava di percepire interesse. Mi sarebbe piaciuto vedere più determinazione da parte di chi mi deve dare le soluzioni, anche perché a correre e a rischiare sono io”.

Per te non deve essere stato semplice, visto che hai saltato la categoria della Moto3…
“La Moto3 sarebbe stata la scelta migliore, ma l’unica opzione possibile per il 2012 era quella di partecipare al campionato di Moto2 con questa scuderia. Purtroppo lo sport è anche politica e mi sono adattato con tutti i rischi del caso. È stata comunque un’ottima esperienza, sono cresciuto a livello tecnico, mentale e fisico. In Moto2 il livello è altissimo".

Cosa ti ha dato questa esperienza?
“Correre nel Motomondiale è sempre stato un sogno per me e sono riuscito a realizzarlo grazie ad alcune persone che ringrazierò sempre, ma la realtà è stata diversa da come l'avevo immaginata. Dal team, come detto, mi attendevo di più e come si è visto, anche gli altri cinque piloti non sono mai riusciti a conquistare nemmeno un punto. Per poter essere competitivi, è necessario un gran lavoro di squadra e non dipende tutto solamente dal pilota. Inoltre sono rimasto allibito dal sentire certi commenti secondo cui avrei sbagliato a scegliere la categoria Moto2. Come se la scelta l'avessi cercata io. L'alternativa per me non era la Moto3, bensì stare a casa. Le persone che mi hanno criticato probabilmente al mio posto avrebbero rinunciato al Mondiale. A criticare seduti dietro a una scrivania sono capaci tutti”.
 
Come vedi il tuo futuro prossimo?
“Stiamo valutando quali sono le strade possibili e come muoverci per la stagione 2013, ma se potessi scegliere mi  piacerebbe gareggiare in Moto3. Per la Moto2 è ancora troppo presto e c’è anche la possibilità concreta che possa restare a casa se non si riusciranno a trovare gli sponsor. Il mio obiettivo resta quello di correre e so che posso fare bene se messo nelle condizioni giuste”.

Ti ha aiutato stare a contatto con gli altri svizzeri Lüthi, Aegerter e Krummenacher?
“Vedere girare piloti in pista con così tanta esperienza aiuta molto, il problema resta la moto. Se non è in buone condizioni, è difficile poter mettersi in scia e seguirli. Alcune gare non sono neanche andate così male, ma purtroppo la moto è sempre rimasta la stessa. Mi è stato anche promesso materiale diverso da metà stagione in avanti, che però non è mai arrivato e la mia poca esperienza ha fatto il resto”.

Quanto è importante la condizione fisica per andare in Moto?
“Si fa molta fatica a correre in moto. Nella gara di Valencia per esempio, a Terol e a Marquez hanno messo il cardiofrequenzimetro mentre si trovavano in gara ed erano costantemente sopra i 180 battiti, addirittura quando frenavano arrivavano anche a 210-220 al minuto. L’adrenalina in pista è molto alta. Dobbiamo allenare tutto il corpo: le braccia per tenere la moto e le gambe per spostarla. Inoltre calcolando che corriamo un’oretta per gara, dobbiamo mantenere la concentrazione a mille".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE