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INTERVISTA"Io, capo progetto della Porsche 911"

30.01.12 - 10:01
Intervista con Michael Schätzle, responsabile dello sviluppo delle ultime due generazioni della sportiva di Stoccarda
Porsche
"Io, capo progetto della Porsche 911"
Intervista con Michael Schätzle, responsabile dello sviluppo delle ultime due generazioni della sportiva di Stoccarda

VALENCIA - Michael Schätzle non è uno di quegli ingegneri che alle conferenze stampa si presenta in giacca e cravatta, seguendo uno di quei discorsi già preparati che puntano a dare un'immagine politically correct sia a se stessi che all'azienda. Assolutamente no! Il signore qui sopra, oltre ad avere uno dei compiti più importanti all'interno della Porsche, è prima di tutto un appassionato di automobili, come testimonia questa sua domanda che mi ha posto appena finita la mia prova su strada:

"Allora ti è piaciuta la nuova 911? Peccato che c'erano solo con il cambio PDK: ha il suo perché ma il manuale... resta sempre il manuale!"

Lo dice con entusiasmo e passione, lo sguardo vivo e una parlata decisamente informale.

"Ci abbiamo messo quattro anni a farla, e per me non è stato certo un compito facile: ero già stato responsabile del progetto 997, quindi si trattava di migliorare ancora quello che già avevo fatto dando il 200%!"

Michael inizia a lavorare per il marchio di Stoccarda nel 1998, un anno dopo è responsabile dello sviluppo della 997. Circa quattro anni fa, l'inizio con il progetto 991. Visto che entrambe sono state dirette da lui, una domanda mi viene naturale: in che cosa la nuova 991 assomiglia di più alla 997, e in che cosa si differenzia maggiormente?

"Fondamentalmente il nostro obiettivo principale era che il cliente che oggi guida una 997, salendo sulla 991 si trovasse a subito a suo  agio, come a casa. Migliorare senza cambiare. La sfruttabilità quotidiana, nonostante si tratti di una vettura sportiva, è sempre stata una delle caratteristiche più salde della 911 e anche qua è stata mantenuta. Quello che cambia di più? Onestamente trovo che il nuovo modello, nel complesso, sia molto ma molto più emozionale rispetto al precedente".

Qual è stata invece la parte più difficile, durante l'intero sviluppo?

"Senz'ombra di dubbio il largo uso che abbiamo fatto di alluminio. Non l'avevamo mai usato cosi tanto ed eravamo un po', come dire, bisognosi d'esperienza. Così ci siamo rivolti all'Audi, che ci ha dato una piccola mano, ma per finire il grosso del lavoro l'abbiamo fatto noi stessi. Come sempre, del resto”.

Chi avrà letto il nostro articolo avrà notato che abbiamo particolarmente elogiato il sound. All'interno dell'abitacolo è davvero forte. Come avete fatto ad omologarlo?

"Potrà sembrarti curioso, ma in realtà non è più rumorosa della 997. Chiaramente ci siamo dovuti attenere ai severissimi regolamenti, ma abbiamo fatto in modo che quando qualcuno schiaccia con serietà il pedale, il bellissimo rumore di aspirazione penetri per bene nell'abitacolo e, con le valvole dello scarico sportivo aperte, il tutto diventa più aggressivo e rabbioso. In questo caso anche fuori."

E che mi dici dei borbottii in rilascio e durante le scalate? Quelli sono anche una vera goduria...

"Quella è stata un'altra questione non facilissima: i componenti di tutti i nostri propulsori sono molto vicini, quindi quando per creare quel rumore devi far arrivare un po' di benzina in uno spazio dello scarico molto limitato per non danneggiare altre parti meccaniche e far si che esse continuino a durare nel tempo (vedi catalizzatore), la cosa diventa complicata. Farlo fare ad un'auto con motore anteriore e scarico logicamente posteriore è molto più semplice".
 

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