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PROVA SU STRADAMaserati Ghibli – Cambiare le carte in tavola

12.11.14 - 09:00
È l’ultima arrivata, ma nel segmento delle grandi berline vi è entrata in grande stile e senza timidezze. Ecco come va davvero la Maserati del rilancio.
Maserati Ghibli – Cambiare le carte in tavola
È l’ultima arrivata, ma nel segmento delle grandi berline vi è entrata in grande stile e senza timidezze. Ecco come va davvero la Maserati del rilancio.

Si fa presto a scadere nella retorica, a farsi trascinare dalle emozioni e dai sentimenti, ma la Maserati Ghibli è uno di quei prodotti di cui l’Italia può andare fiera. Anzitutto perché quanto a posizionamento sul mercato è un’automobile molto furba: ha la dimensioni giuste, senza eccessi, per coloro che cercano una berlina del segmento E ma al tempo stesso il fascino e la presenza della precedente Quattroporte, per cui non si rimpiange nemmeno un’ammiraglia che adesso, dall’alto dei suoi 5 metri e 26 centimetri è diventata davvero “tanta”. La Ghibli invece è più corta di 13 centimetri rispetto alla Quattroporte della precedente generazione e non crea imbarazzi quando si vogliono accogliere comodamente due persone nella sezione posteriore, sebbene lo spazio per le gambe non sia, per forza di cose, estremamente sovrabbondante. Chi invece siede davanti capisce di non essere a bordo della solita berlina per via dell’impostazione di guida sportiva ma comodissima. La prima cosa che effettivamente salta all’occhio non appena ci si mette in moto è la comodità e la silenziosità di questa Ghibli, tanto che sorge spontaneo il sospetto che, forse, per renderla così confortevole abbiano rinunciato ad un pizzico di sportività.

E invece no, perché il tridente è sempre il tridente. E anzi: raramente abbiamo visto un tridente così in forma! L’esemplare che stiamo guidando è quello che in Svizzera riscuote il maggior successo commerciale: la S Q4. Ma è anche il più interessante dal punto di vista tecnico in quanto si tratta della prima Maserati – assieme all’attuale Quattroporte – ad essere dotata della tanto agognata trazione integrale. Dal canto suo la Ghibli è caratterizzata di natura da un comportamento dinamico molto maturo, quasi da Porsche Panamera, vale a dire con uno di quei telai che sarebbero disposti a sopportare ben più dei 410 cavalli erogati dal V6 3 litri a doppia turbina e a cui non fa paura davvero nessun tipo di strada. Il passo della Cisa, per esempio, è uno dei suoi naturali territori di caccia nonché uno di quei percorsi in cui una vettura come la Ghibli riesce ad esprimersi a dovere. Anche lo sterzo e l’impianto frenante sono di buon livello sebbene il primo non sia mai realmente comunicativo e il secondo potrebbe essere più consistente. Ma lungo gli Appennini è facile perdersi ed imbattersi in stradine strette, piene di imperfezioni stradali e sconnessioni, ma l’aspetto curioso è che anche in quel contesto di fatto poco appropriato ad automobili lunghe cinque metri e segnanti quasi 2 tonnellate di peso sulla bilancia, la berlina modenese non si scompone, mantiene un equilibrio invidiabile ed è sempre sicura. Non è che vi verrebbe spontanea la voglia di guidarla li, però se proprio deve, lo fa. Davvero notevole considerati i mezzi che Maserati ha disposizione per lo sviluppo di un’automobile, ben diversi da quelli dei principali marchi tedeschi a cui vuole fare concorrenza.

La componentistica usata è del resto di alto livello, tra il forte propulsore assai ricco di coppia (550 Nm) prodotto negli stabilimenti Ferrari di Maranello, il cambio automatico ZF a 8 rapporti (docile quando si viaggia rilassati, veloce e puntuale nella guida impegnata) e lo schema sospensioni con quadrilatero e doppio braccio oscillante all’anteriore e un multilink a cinque leve al posteriore. Quando si guida con il coltello tra i denti le due tonnellate sembrano sparire ed inizia ad emergere il vero temperamento della Ghibli, quello divertente ed emozionante davvero. Il sound del V6 dalla tipica cadenza Maserati è un goduria quando amplificato dalle rocce a bordo strada, peccato solo che il ritardo di risposta dovuto alle turbine non permetta un’accurata gestione dell’acceleratore nelle curve strette. Eliminato questo difetto la Ghibli sarebbe perfetta tanto quanto la sua trazione integrale. È realizzata davvero allo stato dell’arte poiché all’intuitività e alla naturalezza di una trazione posteriore un’unisce l’efficacia e la sicurezza della trazione integrale. Impostato un tornante da seconda non è difficile far partire per la tangente il posteriore, e in 150 millisecondi il sistema è in grado di inviare un massimo del 50% della potenza e della coppia alle ruote anteriori. Questo avviene però basandosi su algoritmi raffinati facendo si che il trasferimento avvenga sempre al momento giusto, vale a dire quando si inizia a riallineare il controsterzo, cioè quando la curva è quasi finita. Ricorda molto la Ferrari FF nel suo modo di agire, e scusatemi se è poco…

Gran parte del fascino derivato dal guidare la Maserati Ghibli deriva dalle sue origini italiane, da quell’approccio quasi sentimentale con cui viene concepita una berlina da rappresentanza che si inserisce in un mercato popolato da freddi calcoli. È tutto un po’ più autentico, più romantico, più passionale. Anche nella scelta dei materiali di gran classe che creano un’atmosfera raffinata, sebbene alcuni dettagli costruttivi più nascosti presentino qualche margine di miglioramento, tra cui l’infelice manovrabilità del pomello del cambio e la sua posizione proprio a ridosso di alcuni interruttori e del lettore CD. Il prezzo da pagare quando a libro paga non si ha un esercito dedicato solo allo studio dell’ergonomia. Peccato anche per il navigatore derivato dai modelli americani del gruppo FCA: intuitivo e pratico ma non sufficientemente raffinato. Ma questi sono dettagli che la Ghibli si fa perdonare ampiamente ogni volta in cui chiudi la porta e anziché da un ambiente sterile e quasi austero vieni accolto da profumi e colori che oggi spesso non si vedono e sentono più, se non su costosissime vetture di lusso inglesi. E vi sono anche tanti giornalisti che si sono lamentati del fatto che non abbia un’ampia scelta di dispositivi di assistenza alla guida. Ma io, a tal proposito, ho una mia idea. Non credo infatti che Maserati non abbia voluto o potuto prenderli in prestito dagli altri marchi americani come ha per esempio fatto per il sistema di navigazione, semplicemente ritengo che sia una (giusta) scelta filosofica. Perché la Ghibli va prima di tutto guidata. La Ghibli infatti non si rivolge ai perfezionisti, a quelli che con il calibro misurano le fughe tra i lamierati e si scandalizzano se il pannello inferiore della cappelliera non è rivestito in tessuto. No: la Ghibli si rivolge a quelli che per necessità o piacere vogliono acquistare una berlina da rappresentanza che, senza sfondare in capitali esorbitanti, includa nel prezzo qualcosa che molti non offrono nemmeno come accessorio: l’emozionalità.

 

SCHEDA TECNICA

ModelloMaserati Ghibli
VersioneS Q4
Motore6 cilindri a V, benzina, twin-turbo
Cilindrata2'979 cc
Potenza410 cv @ 5'500 giri/min.
Coppia550 Nm @ 4'500 - 5'500 giri/min.
TrasmissioneCambio automatico a 8 rapporti, trazione integrale
Massa a vuoto1'870 kg
Accelerazione 0-100 km/h4,8 secondi
Velocità massima284 km/h
Consumo medio10,5 L/100 km (dichiarato)
Prezzo95'300 CHF
Prezzo esemplare provato-
  
Ci piaceEmozioni a profusione
Non ci piaceDosabilità acceleratore in modalità "Sport"
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