Climatizzatori a go-go, costi, sprechi e inquinamento: e se un'altra via fosse possibile? Ma c'è chi è scettico: «Si crede di aiutare uomini e ambiente, invece...»
LUGANO - Ci sono posti anonimi e bistrattati, in Svizzera, che potrebbero essere qualcosa di molto diverso. Luoghi vivi, a tratti frequentati; oltre 50 milioni di metri quadrati, invece, finiscono un po' inconsapevolmente per essere sprecati.
Ossigeno al posto di anidride carbonica - Sono i tetti delle case, dei palazzi; più spesso inclinati (77%), ma una volta su quattro anche piatti. Strutture che si presterebbero bene a far crescere le piante, coltivare la verdura, ospitare gli alveari o diventare parchi pubblici e giardini. Aiutando, in questo modo, ad abbattere costi e inquinamento generato con il mitigare in maniera artificiosa le temperature.
Oltre 50 milioni di metri sprecati - A offrire numeri, e opportunità di utilizzo, è Wüest Partner, che ha preso in esame le superfici immobiliari della Svizzera per sensibilizzare su un nuovo, possibile loro impiego intelligente. Tema e scopo: l'energia, fil rouge che parte dai più scontati pannelli fotovoltaici e termici per arrivare al verde, passando attraverso campi sportivi, palestre e piscine, bar e ristoranti, impianti di trasmissione e piattaforme di decollo e atterraggio per elicotteri e droni. Strutture che potrebbero trovare tranquillamente ospitalità a diversi metri da terra, in aree altrimenti inutili.
In Ticino, il sole può rivelarsi una grossa risorsa - «Per quanto riguarda la valorizzazione energetica, parliamo da un lato di fotovoltaico, non solo sui tetti ma anche sulle facciate - spiega a tio.ch/20minuti Reinhard Adriano Oppikofer, consulente di Wüest Partner a Lugano - In Ticino, in particolare, l'irradiazione solare è molto favorevole e i prezzi sono calati di molto. Dall'altro lato, parliamo di isolazione termica».
Mentre prati e "boschi" fanno da isolante - Ed è qui, in particolare, che si inserisce l'idea del verde. «Oltre all’elemento estetico - continua Oppikofer - lo scopo principale di aree verdi su tetti e facciate è quello di un'isolazione naturale sia in estate che in inverno. Inoltre, sempre di più si pensa all’uso agricolo di tali superfici, cercando di sfruttare lo sfruttabile e avvicinando il prodotto al consumatore. Servono però almeno 500 kg di portata per metro quadrato ed è sensata una superficie minima di 500-1'000 metri».
E perché non coltivarci le verdure? - Così, su 638'918'000 metri quadrati complessivi di tetti, corrispondenti alla grandezza del Canton Glarona, "solo" 55'985'000 sarebbero convertibili al cosiddetto hurban farming: «Si stima un potenziale del 9% della superficie dei tetti nell'1% degli edifici: relativamente poco, a confronto con i 247'021'000 m2 utilizzabili per il recupero energetico, corrispondenti al 39% della superficie dei tetti in 58% degli edifici».
Gli orti in città: un monito etico - Idrocolture, coltivazioni idroponiche, orti tradizionali, semplici prati e piante, a basso fusto ma anche alto: qualcosa che nell'immaginario collettivo, e nei messaggi al pubblico, resta comunque quasi un monito etico. Il motivo apparente lo mette nero su bianco anche Immo Monitoring: il verde riduce i costi di approvvigionamento energetico, aumenta la vita dei tetti, rende più attrattivi gli edifici. E potrebbe in futuro coprire, almeno parzialmente, il fabbisogno alimentare di una popolazione in incremento.
Ma attenti: non è tutto oro quello che luccica - Attenzione, però, ad abbracciare la causa per partito preso, convinti di fare e farsi del bene. «A volte si tratta di una mistificazione», mette in guardia Stefano de Angelis, architetto con studio a Paradiso che da vent'anni si dedica a costruzioni efficienti, sostenibili ed etiche.
A volte è una moda: «Queste cose lasciamole all'Asia» - «Gli edifici ricoperti da vegetazione arborea ultimamente sono diventati una moda, ma vanno bene nelle città con clima tropicali come per esempio Singapore, dove c’è una forte umidità tutto l’anno. I "giardini verticali" non si adattano invece alle nostre latitudini, dove si traducono in uno spreco di acqua e di energia per pomparla ad altezze spesso notevoli, nella speranza di far sopravvivere le piante in condizioni innaturali».
Si crede di aiutare l'ambiente, ma alla fine s'inquina di più - «Spesso, infatti, poi le piante muoiono e devono essere sostituite. Il che è complicato soprattutto se le piante si trovano sulle facciate di grattacieli, e quindi è anche molto dispendioso». Aree verdi sui tetti dunque «sì, ma senza piante di grandi dimensioni e che richiedano molta acqua o particolare manutenzione».
Un parco pubblico lassù? Forse non è il caso... - Quanto all'idea dei giardini pubblici sopra i palazzi, «i tetti, almeno fino a quando non avremo reti di tetti interconnessi, non possono sostituire lo spazio pubblico a terra. Pensando alle nostre città, nelle quali mancano spesso aree verdi per lo svago dei bambini, sarebbe meglio invece concentrarsi sul "verde orizzontale", che oltre tutto comporta meno sprechi e può essere utilizzato da tutti».
Meglio un ristorante, come a Zurigo e Lucerna - Ben vengano invece usi alternativi, come «lo sfruttamento di tetti e terrazzi - suggerisce in conclusione lo stesso Oppikofer - magari a fini gastronomici, anche se questo è più facilmente realizzabile nei grandi centri urbani come Zurigo». La stima è di 18'242'000 metri che potrebbero «ospitare locali di ristorazione».