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SVIZZERANovartis e la vendita di quote Roche: reazioni contrastanti in borsa

25.04.16 - 10:54
Il gruppo sarebbe intenzionato a cedere l'importante partecipazione che controlla nel concorrente
Novartis e la vendita di quote Roche: reazioni contrastanti in borsa
Il gruppo sarebbe intenzionato a cedere l'importante partecipazione che controlla nel concorrente

ZURIGO - Reazioni opposte oggi in borsa per i titoli di Novartis e Roche, dopo la notizia diffusa ieri dalla SonntagsZeitung secondo cui il gruppo più grande sarebbe intenzionato a cedere l'importante partecipazione che controlla nel concorrente.

Dopo circa un'ora di contrattazioni il buono di godimento Roche perdeva circa l'1,3%, l'azione al portatore Roche cedeva circa l'1%, mentre il titolo nominativo Novartis avanzava dello 0,20%. Tutto questo in un contesto di arretramento dell'indice generale SMI di mezzo punto percentuale.

Stando a quanto riportato ieri dalla SonntagsZeitung, che si rifà a fonti vicine al consiglio di amministrazione di Novartis e agli ambienti bancari, una delle priorità del presidente Jörg Reinhardt sarebbe quella di trovare una soluzione per la quota del 33,33% delle azioni al portatore detenute dal gigante farmaceutico presso Roche. Una quota che al corso attuale vale 13,5 miliardi. Secondo il domenicale, Novartis ha chiesto la consulenza di diverse banche ed è alla ricerca di un investitore gradito ai vertici di Roche.

Daniel Vasella (CEO di Novartis fra il 1996 e il 2010, nonché presidente fra il 1999 e il 2013) aveva ammassato azioni Roche con l'intenzione di arrivare a una fusione fra i due gruppi. Questo scenario non si è poi concretizzato e, per la dirigenza attuale di Novartis, la quota non ha più alcun valore strategico.

La vendita potrebbe essere interessante anche per le famiglie Oeri e Hoffmann, che controllano il 50,1% delle azioni al portatore con diritto di voto. Attualmente infatti in borsa vengono negoziati quasi solo i buoni di godimento (che sono inseriti nell'SMI). Le azioni al portatore non fanno invece più parte dell'indice allargato SPI, perché dal 2001 (momento della discesa in campo di Novartis) la parte liberamente comprata e venduta sul mercato è inferiore al 20%.

Né Novartis né Roche hanno voluto commentare le voci diffuse dalla stampa. Da parte loro gli analisti hanno accolto con cautela la notizia.

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