È vero - argomenta l'USI in un comunicato - che l'economia svizzera si sta muovendo bene nel confronto con il resto d'Europa. Ma la situazione è ambivalente: la domanda interna rimane robusta, mentre l'industria d'esportazione e il turismo devono fare i conti con la recessione nell'Eurozona e con la forza del franco.
Questo quadro generale non dovrebbe cambiare. Nel 2014 è attesa a livello mondiale una ripresa, ma i rischi rimangono elevati. Sul fronte interno non è inoltre da escludere la possibilità di un surriscaldamento del mercato immobiliare.
Secondo l'USI non mancheranno quindi di farsi sentire le differenze a livello di ramo economico e di singola impresa. Nelle aziende in cui gli affari vanno bene e in cui anche le prospettive sono favorevoli vi è un margine di manovra per onorare le buone prestazioni dei dipendenti. Le imprese che invece guardano con più pessimismo al 2014 e che non vogliono aumentare i costi in modo duraturo potranno rendere partecipe il personale del successo della ditta attraverso versamenti una tantum. Molti altri imprenditori che sono per contro confrontati con problemi di margini e di cambi hanno invece poco da fare in materia salariale: la loro priorità va alla salvaguardia dei posti di lavoro.
In molti rami le trattative cominceranno comunque solo in un secondo tempo. La situazione è eterogenea e non permette di effettuare stime sull'insieme dei negoziati per il 2014. L'importante è che si trovi, a livello di settori o di singola impresa, soluzioni in linea con la realtà economica, conclude l'USI.