Il consigliere speciale del capo di stato russo, Arkadi Dvorkovitch, ha spiegato che i 10 miliardi di dollari fanno parte di una somma che l'FMI avrebbe dovuto restituire alla Russia e che Mosca potrebbe invece lasciare nella disponibilità del Fondo. "I dieci miliardi sono un contributo minimo", ha detto Dvorkovitch. "Noi siamo disposti a prevedere dieci miliardi di dollari supplementari", ha riferito.
Il contributo di Mosca non è senza condizioni. La Russia chiede alla zona dell'euro di avanzare verso l'obiettivo che si era data di costituire un fondo di salvataggio che possa disporre di una potenza di circa mille miliardi di euro, obiettivo che al momento è stato ridotto dall'UE a 500 miliardi.
Al vertice europeo di venerdì scorso, gli stati membri hanno però deciso di rafforzare la dotazione dell'FMI con 200 miliardi di euro per metterlo in grado di prestare soldi ai paesi di Eurolandia che si trovano in difficoltà. Non è ancora chiaro come si procederà e, soprattutto, quali stati membri parteciperanno all'operazione.
La Russia ha dichiarato che "non si opporrà" a questa opzione e che è disponibile a considere fondi aggiuntivi all'FMI, così come hanno fatto gli altri paesi emergenti detti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Africa del Sud). Il 40% delle riserve di cambio russe sono in euro, pertanto Mosca ha un forte interesse ad evitare un deprezzamento della moneta unica e a contenere il contagio della crisi dei debiti pubblici.