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SVIZZERAFranco troppo forte, la Banca Nazionale interviene

03.08.11 - 09:20
Le liquidità sul mercato monetario in franchi saranno aumentate "in modo massiccio"
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Franco troppo forte, la Banca Nazionale interviene
Le liquidità sul mercato monetario in franchi saranno aumentate "in modo massiccio"

ZURIGO - L'Europa alle prese con la crisi del debito, l’Euro che crolla e gli Usa che hanno a stento evitato il default, hanno indotto la Banca nazionale svizzera a rivedere i tassi di cambio, dato che la BNS considera massicciamente sopravvalutato il franco, tanto da minacciare lo sviluppo dell'economia, aumentando i rischi al ribasso per la stabilità dei prezzi in Svizzera.

Da subito mira a tenere il Libor a tre mesi possibilmente vicino allo zero. A tal fine riduce la banda di oscillazione del tasso di riferimento dall'attuale 0-0,75% allo 0-0,25%. Parallelamente provvederà ad accrescere in modo massiccio le liquidità sul mercato monetario in franchi, si legge in una nota diramata stamane. Il Libor, London Interbank Offered Rate (tasso interbancario 'lettera' su Londra) è un tasso di riferimento per i mercati finanziari, variabile, calcolato in base ai tassi d'interesse richiesti per cedere a prestito depositi in una data divisa (tra le altre, sterlina inglese, dollaro USA, franco svizzero ed euro) da parte delle principali banche operanti sul mercato interbancario londinese. Il Libor è il tasso di riferimento europeo al quale le banche si prestano denaro tra loro, è minore del tasso di sconto che gli istituti di credito pagano per un prestito alla banca centrale. Il mercato interbancario è particolarmente importante per assicurare la solvibilità delle banche e dell'intero sistema creditizio, e per una banca è forse il modo più facile e meno costoso di reperire capitali.

La BNS "considera che attualmente il franco sia estremamente sopravvalutato, situazione che rappresenta una minaccia per l'evoluzione dell'economia e aumenta i rischi per quanto riguarda la stabilità dei prezzi nel paese", osserva l'istituto di emissione in una nota, aggiungendo che non intende rimanere con le mani in mano.

Parallelamente alla riduzione del tasso direttore provvederà ad accrescere nei prossimi giorni in modo massiccio le liquidità sul mercato monetario in franchi. Gli averi che le banche detengono nei conti giro presso la BNS dovrebbero salire dagli attuali circa 30 miliardi di franchi a 80 miliardi.

Dall'ultima analisi trimestrale della situazione economica e monetaria, le prospettive dell'economia mondiale si sono deteriorate. Nelle ultime settimane inoltre il rafforzamento del franco ha segnato una netta accelerazione. Di conseguenza le prospettive per l'economia elvetica sono sensibilmente peggiorate. La Banca nazionale segue molto attentamente l'andamento dei mercati dei cambi e se necessario deciderà altri provvedimenti, si legge nella nota.

Stamane verso le 09.00 l'euro era sceso per la prima volta al di sotto di 1,08 franchi, toccando quota 1,0795. Subito dopo l'annuncio di misure della Banca nazionale contro l'apprezzamento della valuta elvetica, l'euro ha riguadagnato terreno. Poco prima delle 10.00 era a 1,1105 franchi. Lo stesso vale - ma in misura minore - per il dollaro, che dal nuovo minimo di 0,7608 franchi - secondo i rilevamenti della piattaforma online Swissquote - è salito a 0,7788 franchi.

La Banca nazionale svizzera aveva tentato per vari mesi di evitare un apprezzamento esagerato del franco svizzero rispetto all’euro, con la spesa di svariati miliardi di franchi, tuttavia senza alcun esito sulla discesa dell’euro. Nel corso del 2010, ad esempio,  la BNS ha subito perdite sulle riserve per oltre 20 miliardi nel vano tentativo di limitare l’apprezzamento del franco. La Banca Nazionale ha acquistato troppo presto un’ingente quantità di euro, gonfiando la sua riserva di euro a 180 miliardi. Il successivo deprezzamento dell’euro rispetto al franco ha originato la perdita che aveva suscitato non poche polemiche. Le riserve di divise della BNS sono di conseguenza cresciute. Le successive evoluzioni sui mercati monetari avevano posto termine agli interventi della Banca nazionale che ora, invece, interviene di nuovo.

Ats / RED

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