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Dal MondoREGIO INSUBRICA: Sequestrati beni per 100 miliardi

10.06.00 - 11:50
Il clamoroso provvedimento della Procura di Milano nell'ambito delle inchieste sulla discarica di Cerro. Sigillate ben 14 società riconducibili al commercialista comasco Giovanni Butti della "Pessina Immobiliare" che ha costruito lo "Scorfano" di via Ambrosoli
REGIO INSUBRICA: Sequestrati beni per 100 miliardi
Il clamoroso provvedimento della Procura di Milano nell'ambito delle inchieste sulla discarica di Cerro. Sigillate ben 14 società riconducibili al commercialista comasco Giovanni Butti della "Pessina Immobiliare" che ha costruito lo "Scorfano" di via Ambrosoli
COMO. Nuovi clamorosi colpi di scena in queste ore nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano sulla truffa ai danni della Regione perpetrata attraverso la discarica di Cerro maggiore riconducibile al commercialista comasco Giovanni Butti, socio in affari di Paolo Berlusconi, fratello del “Cavaliere” di Forza Italia. E se già un paio di anni fa la Guardia di Finanza individuo’ una montagna di miliardi depositati in banche lariane e intestati a numerose persone vicine a Butti, ora arriva un nuovo clamoroso sequestro: venti miliardi in contanti e altri 80 in quote azionarie distribuite fra 14 diverse società. Un sequestro da lasciare in mutande moltissimi comaschi, ma non certo l’ex venditore di scarpe e che ora detiene un impero immobiliare con interessi edilizi che varcano la frontiera della provincia di Como per arrivare fino alla Sardegna, senza trascurare Milano e, addirittura, Lussemburgo. A disporre il sequestro è stato il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, Rosario Lupo su richiesta dei P.M. Margherita Taddei e Giulia Perrotti, titolari delle indagini sulla discarica di Cerro e pure sullo “Scorfano” di via Ambrosoli (quello che tutti chiamano “Dadone”). Parte del patrimonio sequestrato verrà provvisoriamente affidato a Commissari Giudiziali nominati dalla stessa Magistratura Meneghina. Tra le società nel mirino della Procura milanese anche la “Pessina Immobiliare s.r.l.” titolare dello “scorfano” al centro di una serie di inchieste per presunti abusi d’ufficio e quant’altro. Da sempre il mastodontico cubo di cemento porta con se i miasmi della discarica di Cerro. Va ricordato che buona parte dell’immobile è già stato ceduto alla “Esselunga” e alcuni comparti sono stati ufficialmente venduti al genero di Giovanni Butti e ad altri privati. Per questo eviterà i sigilli. Sorte ben diversa, invece, toccherà ad un altro mostro della cementificazione moderna e riconducibile al commercialista comasco tramite il suo socio in affari Luciano Gilardoni, con cui divide lo studio professionale e pure sotto inchiesta per la discarica di Cerro. Si tratta delle azioni della società “Il Borghetto” costruttrice degli appartamenti ricavati in via Pannillani, nei pressi dell’ex ospedale psichiatrico S. Martino di Como e sorto nell’area dell’ex Meccanotessile. Il Decreto di sequestro comprende un lungo elenco di società che si occupano dei piu’ svariati interessi come la “Grand Hotel Imperiale s.r.l.”, proprietaria dell’omonimo albergo di Moltrasio, senza dimenticare la famosa Simec, proprietaria della Discarica di Cerro con cui sarebbe stata realizzata una colossale truffa ai danni della Regione Lombardia con la compiacenza (ne sono convinti gli inquirenti) di alcuni esponenti politici della Regione e già tutti raggiunti nei mesi scorsi da avviso di garanzia come i 3 ex Presidenti del Pirellone Giovenzana, Ghilardotti e Arrigoni. Altre società riconducibili a Butti e finite sotto sequestro sono: la “Gi.Bi lease Logistica aeroportuale comasca s.p.a.”, la “Nuova Solce s.r.l.”, “Fineco”, la “Immobiliare Bagni di Tivoli”, la “Thula s.r.l.”, “Moltrasina s.r.l.”, “Immobiliare Laura s.r.l.”, “Ligoncio s.r.l.” “Immobiliare San Filippo s.r.l.” di Olgiate Comasco. Tutte società riconducibili, come detto a Giovanni Butti, al suo socio Gilardoni e a uno stuolo di loro parenti. In tutto sono oltre 12 i lariani che da quasi 3 anni sono nel mirino degli investigatori. Da quando, cioè, le Fiamme Gialle trovarono quel fiume di denaro nelle banche comasche proveniente, a quanto pare, proprio dagli illeciti introiti ottenuti con la discarica di Cerro. Secondo i due P.M. Taddei e Perrotti tutte queste società sarebbero servite per ripulire i miliardi truffati alla Regione gonfiando i prezzi per lo smaltimento e la distruzione dei rifiuti di tutto il Milanese e dintorni. Per questo, sempre secondo i due Magistrati in gonnella, vanno requisite e vendute all’asta per recuperare il maltolto ai cittadini milanesi. Tutte aziende che, messe assieme, valgono sugli 80 miliardi. Il Provvedimento di sequestro comprende anche una ventina di miliardi in contanti depositati su conti correnti e dossier - titoli riconducibili, invece, non solo a Butti ma anche al suo ex socio nella discarica di Cerro, Paolo Berlusconi della Edilnord e fratello del leader di Forza Italia.
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