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PALERMOItalia: Sicilia; vince Crocetta ma 'boom' di Grillo e astensioni

29.10.12 - 22:04
Italia: Sicilia; vince Crocetta ma 'boom' di Grillo e astensioni
PALERMO - Alle elezioni regionali in Sicilia prevale per un soffio Rosario Crocetta, crolla di 20 punti il Popolo della libertà (Pdl), che sosteneva Nello Musumeci, e vincono due partiti: quello del non voto e quello di Beppe Grillo.

Per il governo regionale il candidato di Partito democratico (Pd) e Unione di centro (Udc) passa però con una percentuale intorno al 31% e quindi senza una maggioranza certa che gli consenta di fare subito il governo. Ma se la vittoria del candidato dell'alleanza-laboratorio tra democratici e cetristi non è completa, è il quadro politico ad uscire fortemente segnato dal boom grillino e dell'astensionismo.

Come andrà a finire la partita Crocetta lo si vedrà nei prossimi giorni: un'alleanza con Gianfranco Miccichè, vero arbitro data l'indisponibilità di Grillo ad alleanze, appare l'unica praticabile, ma l'interessato è pronto anche a tornare alle urne ("Se qualcuno mi dovesse fermare allora si va al voto e sono convinto che questa volta sarò eletto con il 60% dei consensi").

Si tratta in ogni caso, come dice Pier Luigi Bersani, di "risultati storici". E lo è davvero se si pensa al cappotto 61 a 0 che subì il centrosinistra nel 2001, ma anche al tratto anti-mafia che rivendica il nuovo governatore: "Si è rotto un muro di gomma, per la prima volta è stato eletto un candidato che ha scelto come valore fondante la lotta alla mafia".

I grandi sconfitti sono i partiti tradizionali. Non solo il Pdl, che ne subirà le più immediate conseguenze. Perché anche quelli che hanno vinto non sono usciti indenni (persino il Pd ha lasciato cinque punti sul campo) e perché tutti dovranno fare i conti con il forte segnale che arriva dall'astensionismo siciliano.

Meno di un siciliano su due è andato a votare e Crocetta diventa governatore con il voto di circa il 15% dell'elettorato totale. Nemmeno Grillo è riuscito a incidere un blocco che ha rifiutato insieme la politica e la cosiddetta anti-politica. Anche questo dovrà far riflettere.

Per il Movimento 5 Stelle di Grillo è stata una vittoria limpida. Giancarlo Cancelleri ha beneficiato del voto disgiunto e il movimento è balzato dal 2-3% del 2008 (politicamente è ormai giurassico) al 18% attuale. Soprattutto è oggi il primo partito dell'isola, in barba a vincitori (Pd) e vinti (Pdl). Quando Grillo parla di boom ha ragione da vendere. E stavolta il botto dev'essere arrivato alle orecchie di tutti.

Il radicamento nazionale dei grillini è tale, ma questo era ormai chiaro, che nessun sistema elettorale potrà sbarrargli la porta del Parlamento. Al massimo si potrebbe tentare di "contenerlo" con una riforma che però, bozza attuale alla mano, manifesta forti rischi di ingovernabilità.

Il presidente del Consiglio, peraltro, dai risultati siciliani non esce sicuramente indebolito: a vincere sono partiti che mantengono saldo il loro impegno di sostenerlo; inoltre la fragilità del quadro politico generale sconsiglia colpi di testa.

Chi è sempre più nei guai è il Pdl. Nello Musumeci è uscito sconfitto dalla prova elettorale e il partito ha perso oltre 20 punti, quasi i due terzi dei voti. Un'altra ferita in un Pdl sempre più dilaniato.

ATS
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