Cerca e trova immobili

NORVEGIABreivik da oggi alla sbarra, uccise 77 persone

16.04.12 - 07:36
800 giornalisti accreditati da tutto il mondo al processo più seguito degli ultimi anni. Breivik ne farà un "circo"
Keystone
Breivik da oggi alla sbarra, uccise 77 persone
800 giornalisti accreditati da tutto il mondo al processo più seguito degli ultimi anni. Breivik ne farà un "circo"

OSLO -  Non è pentito, forse non è clinicamente pazzo e si prepara a trasformare il suo processo in un circo mediatico, nella tribuna politica per proporsi al mondo come il martire dell'odio xenofobo, come il nuovo crociato.

Dopo quasi nove mesi di cella d'isolamento, Anders Behring Breivik sarà oggi nell'aula maggiore del tribunale di Oslo per affrontare il processo come autore delle stragi del 22 luglio scorso a Oslo e Utoya in cui uccise 77 persone, fece centinaia di feriti, cancellò una generazione di giovani laburisti e spezzò le certezze del paese che credeva nella libertà e nella tolleranza. Per preparare il terreno, Breivik ha fatto sapere a Dagbladet, uno dei tre principali quotidiani del paese, che nel 2009 voleva colpire con un attentato il presidente degli Stati Uniti Brack Obama che andava ad Oslo per ricevere il Nobel per la pace.

Rinunciò solo perchè lo giudicò, nella sua lucida follia, obiettivo troppo difficile da raggiungere. Più facile, due anni dopo, uccidere tanti adolescenti a sangue freddo. Il furgone-bomba che con 500 chili di esplosivo artigianale devastò il centro di Oslo, distraendo la polizia mentre l'assassino attaccava l'isola di Utoya, Breivik lo piazzò sotto il palazzo del governo, a poche centinaia di metri dalla sede del tribunale che già in mattinata è stata presa d'assalto da oltre 800 giornalisti accreditati da tutto il mondo.

Per la giuria il compito principale, fermo restando che Breivik - 32 anni, gli ultimi 9 passati a preparare maniacalmente la sua azione e a scrivere un manifesto xenofobo e antimarxista da 1.500 pagine - è reo confesso, sarà quello di decidere tra due perizie psichiatriche. Quella iniziale aveva stabilito che l'estremista di destra che andò a cercare per oltre un'ora e mezza le sue giovani vittime sull'isolotto di Utoya, dove si svolgeva l'annuale meeting dei giovani laburisti, per ucciderle a sangue freddo, era incapace di intendere e volere.

La seconda, presentata pochi giorni fa, non ha invece trovato prove di psicosi. Se prevarrà la prima tesi, Breivik sarà spedito in un manicomio criminale virtualmente a vita. Nel secondo caso il massimo della pena detentiva, in Norvegia, è di 22 anni. Ma il paese delle libertà e della riabilitazione prevede che la detenzione possa essere prolungata indefinitamente se viene constatato il rischio di reiterazione del reato. Che nel caso di Breivik non è rischio, ma certezza.

"Non solo spiegherà i motivi delle sua azioni, ma dirà che gli dispiace di non essere riuscito a fare di più, ha detto l'avvocato difensore, Geir Lippestad, che dopo i primi colloqui definì il suo cliente come "incapace di provare sentimenti".

Il vero dramma, al di là degli effetti sui potenziali emuli sparsi in Europa, sarà per i sopravvissuti. "Per le vittime, per i loro familiari e per coloro che sono stati sull'isola il processo porterà un sacco di dolore" ha detto il responsabile del Centro di sostegno psicologico alle vittime, Atle Dyregrov. Per chi da Utoya è uscito vivo, sarà come tornare a guardare negli occhi il volto dell'orrore.

 

 


 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE