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ITALIACrolla il soffitto del centro di accoglienza, 7 feriti

11.01.18 - 07:22
«Mi dispiace molto per quanto accaduto, ma per fortuna nessuno dei feriti sembra grave» ha commentato la presidente della cooperativa
Vigili del fuoco
Crolla il soffitto del centro di accoglienza, 7 feriti
«Mi dispiace molto per quanto accaduto, ma per fortuna nessuno dei feriti sembra grave» ha commentato la presidente della cooperativa

GENOVA - Sette migranti richiedenti asilo sono rimasti feriti ieri sera a causa del crollo di un controsoffitto di un centro d'accoglienza gestito da una cooperativa e ricavato al primo piano di un appartamento di via Sampierdarena, nel ponente di Genova.

«Non siamo dei pirati, ma una cooperativa seria che opera nel sociale da trent'anni», sgombera subito il campo Valeria Davi, educatrice e presidente della Saba.

Davi all'1.40 di notte era al pronto soccorso dell'ospedale Galliera al fianco di tre dei sette feriti. Dimessi anche gli altri due migranti visitati al Galliera: se la sono cavata con ferite guaribili in pochi giorni. Passeranno la notte in un albergo di Sampierdarena a spese del Comune, come gli altri due ospiti della struttura scampati alla crollo di calcinacci e cannicci.

«Non avevamo mai avuto nessun segnale premonitore che potesse crollare il controsoffitto - assicura Valeria Davi, visibilmente scossa per quanto accaduto -, altrimenti avremmo provveduto subito a metterlo in sicurezza. Quell'appartamento - prosegue - l'abbiamo preso in affitto due anni già ristrutturato e pronto per essere abitato: è il più grande dei sei che abbiamo trasformato in Cas, i centri di prima accoglienza, in più quartieri di Genova.

In tutto - spiega ancora Davi - ospitiamo 30 migranti. Ma le attività rivolte agli stranieri sono solo una piccola parte di quanto facciamo da quasi trent'anni a questa parte, con 230 soci ci occupiamo di anziani, disabili, bambini disagiati. Siamo, insomma, la classica cooperativa sociale».

Al fianco della presidente, ci sono un mediatore culturale e due dei tre migranti feriti trasferiti al Galliera, già dimessi, anche se ancora sotto choc, abiti sporchi di polvere, qualche benda sul corpo e scalzi. «Quando il soffitto ci è crollato addosso - spiega con lo sguardo triste uno dei due ragazzi - eravamo in salotto, in ciabatte».

Davi è riuscita a prelevare un computer portatile dal centro prima che venisse posto sotto sequestro, ed ora scuote la testa avvilita: «Mi dispiace molto per quanto accaduto, ma per fortuna nessuno dei feriti sembra grave». I migranti feriti dimessi vengono prelevati dagli assistenti sociali del Comune coordinati dal consigliere comunale con delega alla Protezione civile Sergio Gambino e accompagnati in alberghi della città: «Io spero - aggiunge - che entro domani tutti e sette siano dimessi».

In effetti le notizie che rimbalzano dagli altri due ospedali, il Villa Scassi e l'Evangelico di Voltri, raccontano di feriti non gravi. «Passerò la notte da un ospedale all'altro - conclude la presidentessa della cooperativa - perché voglio stare vicino ai feriti: questi sono ragazzi che si portano appresso storie e ricordi terribili, non meritavano di vivere anche questa brutta esperienza».
 
 

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