Cerca e trova immobili

STATI UNITIAtomica contro i cyber-attacchi, il Pentagono vicino alla svolta

17.01.18 - 22:19
Il piano è stato approvato dal del segretario alla Difesa. Attesa nelle prossime settimane la firma di Trump
keystone
Atomica contro i cyber-attacchi, il Pentagono vicino alla svolta
Il piano è stato approvato dal del segretario alla Difesa. Attesa nelle prossime settimane la firma di Trump

WASHINGTON - L'amministrazione Usa è a un passo dalla svolta sull'uso delle armi nucleari, come più volte invocato dal presidente Donald Trump che nei mesi scorsi ha messo sul piatto 1200 miliardi di dollari per ammodernare un arsenale che giudica oramai inadeguato. Il piano del Pentagono è già pronto, un'inversione di tendenza dalla fine della guerra fredda, e prevede il ricorso alla bomba atomica anche per rispondere a minacce che non siano di tipo nucleare, compresi i cyber-attacchi in gradi di paralizzare la vita di un Paese.

La bozza della Nuclear Posture Review è già sulla scrivania dello Studio Ovale e manca solo la firma del tycoon, attesa nelle prossime settimane. Contiene una "strategia radicale" che - mettono in guardia molti esperti e alcuni ex funzionari dell'amministrazione Obama - rischia di assottigliare pericolosamente la linea di confine tra 'nucleare e convenzionale', rendendo l'ipotesi di un futuro conflitto atomico più probabile.

Il piano che ha ricevuto l'ok del segretario alla Difesa James Mattis prevede infatti un rafforzamento dell'arsenale nucleare statunitense con la realizzazione di nuovi ordigni "a basso potenziale": devastanti ma non catastrofici come le superbombe, e per questo meno efficaci come deterrente. Bombe per le quali premere il 'bottone rosso' potrebbe essere più semplice da decidere. Anche in presenza di un'offensiva contro gli Usa e i suoi interessi o i suoi alleati che non sia di tipo nucleare. Ecco quindi il riferimento a un possibile massiccio cyber-attacco che faccia andare in tilt la rete elettrica, quella delle telecomunicazioni o la rete internet.

Siamo dunque di fronte a una netta inversione di tendenza rispetto alla dottrina Obama, con l'ex presidente che nel 2009 a Praga auspicò un mondo finalmente libero dalle atomiche spingendo per otto anni sulla necessità di proseguire sul fronte della non proliferazione e della riduzione degli armamenti atomici. Ma Barack Obama fino all'ultimo fu anche tentato dal ripudiare per sempre il principio del "first strike", il diritto degli Usa (da molti ritenuto immorale) di ricorrere per primi alla forza nucleare. Questo però non fu possibile a Obama, che comunque restrinse quel diritto solo a 'circostanze estreme', come un attacco nemico con armi batteriologiche.

Ora nella nuova dottrina Trump il concetto di 'circostanze estreme' viene invece ampliato, per dare mano più libera alla Casa Bianca. "Dobbiamo guardare alla realtà negli occhi - si legge nel piano del Pentagono - e vedere il mondo come è davvero, non come vorremmo che fosse. Facendo valutazioni realistiche sulle minacce che oggi ci circondano". Minacce individuate nella Cina, nella Russia, nella Corea del Nord e anche nell'Iran.

Ticinonline è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
NOTIZIE PIÙ LETTE