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STATI UNITINew York si mobilita, via l'ultimo kapò nazista

17.12.17 - 20:34
Si tratta di Jakiw Palij, 94 anni, privato 14 anni fa della cittadinanza americana da una corte federale
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New York si mobilita, via l'ultimo kapò nazista
Si tratta di Jakiw Palij, 94 anni, privato 14 anni fa della cittadinanza americana da una corte federale

NEW YORK - Corsa contro il tempo a New York per espellere l'ultimo kapò nazista che vive negli Usa prima che muoia. Deputati e gruppi ebraici stanno aumentando la pressione sull'amministrazione Trump, auspicando un intervento diretto della Casa Bianca in una vicenda che sta diventando un caso diplomatico.

Si tratta di Jakiw Palij, 94 anni, privato 14 anni fa della cittadinanza americana da una corte federale di New York per aver celato il suo servizio come guardia armata in un brutale campo di lavoro nella Polonia orientale, dove 6.000 prigionieri ebrei furono uccisi in una fossa in un solo giorno del 1943.

Un giudice aveva poi ordinato la sua espulsione in Germania, Polonia, Ucraina o in qualsiasi altro Paese disposto ad accoglierlo. Ma i tre Paesi hanno ripetutamente detto 'no', consentendogli così di continuare a vivere tranquillamente nella sua casetta a schiera in mattoni rossi nel Queens.

In settembre, racconta il New York Times, tutti i membri della delegazione di New York al Congresso hanno scritto al segretario di Stato, Rex Tillerson, chiedendogli di intervenire prima che Palij muoia. Stessa richiesta da parte di oltre 80 membri del parlamento dello stato di New York al ministro della giustizia Jeff Sessions.

Numerose le proteste organizzate davanti alla casa di Palij con slogan come "Le sue mani sono macchiate di sangue". È sceso in campo anche il rabbino di Long Island, Zev Friedman, che ha perso oltre 200 membri della sua famiglia nei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale: "È veramente doloroso e triste che qualcuno che è in diretto contrasto con tutti i valori americani di tolleranza possa vivere qui per così tanti anni, nascondendosi in piena vista". Sulla stessa lunghezza d'onda il leader democratico al Senato Charles E. Schumer, che è di New York.

L'amministrazione Trump concorda, ma finora non è riuscita a smuovere le acque. Thomas Yazdgerdi, inviato speciale per le questioni dell'Olocausto al dipartimento di Stato, ha riferito che i diplomatici Usa hanno sollevato la questione in Germania per anni con i membri del governo di Angela Merkel e ritiene che ora i membri del Congresso e la Casa Bianca dovrebbero unirsi negli sforzi di espellere Palij.

Ma Berlino ha chiarito che accoglierà solo ex nazisti con cittadinanza tedesca o quelli che sono stati incriminati in Germania. Palij invece è nato in un villaggio allora polacco e che ora fa parte dell'Ucraina. E neppure questi due Paesi lo vogliono. Ora bisognerà vedere se e come Trump vorrà intervenire.
 
 

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