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La presidente sudcoreana, sotto pressione, ha ritirato la candidatura di Kim Byong-joon
SEUL - Sotto pressione per le proteste di piazza sulla richiesta di dimissioni e il deciso rifiuto delle opposizioni al dialogo, la presidente sudcoreana Park Geun-hye ha deciso di giocare un'altra carta, disperata, per superare lo stallo: il ritiro del candidato Kim Byong-joon a favore della scelta condivisa tra le forze politiche presenti in parlamento, dove il suo partito Saenuri non ha più il controllo.
La svolta è maturata alla presa d'atto che le opposizioni avrebbero boicottato l'audizione di conferma di Kim, professore universitario e strettissimo collaboratore dell'ex presidente democratico Roh Moo-hyun, perché con consultate preventivamente.
«Se l'Assemblea nazionale raccomanda un nuovo premier, lo designerò lasciandogli il controllo dell'esecutivo», ha detto Park nell'incontro avuto con il presidente dell'assemblea Chung Sye-kyun. Lo scandalo Choi Soon-sil, confidente della presidente e in arresto per abuso di potere e altri capi d'accusa per il ruolo influente svolto a fini personali negli affari di Stato, si allarga: la procura ha fatto perquisire gli uffici di Samsung Electronics che avrebbe fatto favori alla figlia di Choi.
