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Gli Usa, ora come ora, sono in sella ma potrebbe non durare. Lo sostengono gli analisti che parlano di «situazione edulcorata» e di un domani di recessione
WASHINGTON D.C. - Le misure economiche di Trump stanno funzionando? Secondo le cifre - che vedono gli Usa in sella con un tasso di crescita (+4,2%) e di disoccupazione (3,9%) di quelli da incorniciare - verrebbe da dire assolutamente sì.
Ma c'è anche chi non è così positivo. Sono diversi gli economisti che sostengono che l'attuale situazione sia solo passeggera e che, entro il 2020 gli Usa rientreranno nella recessione. Fra questi c'è anche Sebastian Mallaby dell'Ong americana Council on Foreign Relations , che sul tema ne ha recentemente scritto per il Washington Post.
Stando a Mallaby, gli Stati Uniti si trovano attualmente «in una situazione edulcorata» grazie alle agevolazioni fiscali concesse alle aziende lo scorso dicembre e che ne hanno stimolato gli investimenti in infrastrutture e logistica. Quello che lo studioso si chiede, però, è se la produttività delle stesse - e l'indotto - saranno in grado di controbilanciare le entrate che verranno a mancare nelle casse federali.
Si parla, infatti, di circa 1 bilione di dollari di ammanco (ovvero 1'000 miliardi) che, se non dovessero saltare fuori, renderanno necessario... un nuovo aumento delle tasse e una brusca frenata che rischia di tradursi in una recessione che potrebbe durare anche a lungo.
A incupire ancora di più le previsioni c'è l'attuale lotta dei dazi con la Cina, portata avanti dall'amministrazione con la speranza che le grandi aziende spostino la produzione su suolo americano. Mallaby però non è così ottimista: «È probabile che, invece della Cina, scelgano altri paesi dell'Asia. Se qualcuno deciderà per gli States i benefici verranno annullati dalle ripercussioni - e i licenziamenti - nelle aziende americane che si appoggiano sulla produzione nella Repubblica Popolare».
«Quella di Trump», continua, «più che una battaglia per aiutare i lavoratori americani - come sostenuto da lui - ma sta invece facendo il gioco cinese. Danneggiando l'industria americana».
