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ITALIATutto il mondo ricorda Dario Fo

13.10.16 - 20:16
I media esteri salutano per l’ultima volta l’artista italiano, scomparso oggi all’età di 90 anni
Tutto il mondo ricorda Dario Fo
I media esteri salutano per l’ultima volta l’artista italiano, scomparso oggi all’età di 90 anni

ROMA - Il mondo ha reso omaggio a Dario Fo. «Protagonista mondiale della letteratura», lo ha definito l'ambasciata americana a Roma. Criticato e anche contestato all'estero come in Italia, ma sempre rispettato, fu proiettato sul palcoscenico mondiale con il Nobel per la Letteratura di 19 anni fa, con le sue 80 commedie, alcune delle quali in collaborazione con Franca Rame, tradotte in una trentina di lingue in tutto il pianeta.

«Dario Fo, le cui opere teatrali gli guadagnarono lodi e disprezzo e un Nobel, muore a 90 anni», titola significativamente il "New York Times", che ricorda come nel 1983, con la penna del critico Mel Gussow, scrisse «immaginate un incrocio fra Bertold Brecht e Lenny Bruce e potreste cominciare ad avere un'idea della sua arte anarchica».

La stampa anglosassone lo ricorda come dissacrante «giullare» (jester), dalla «satira tagliente», fustigatore della classe politica e della Chiesa cattolica. E anche un innovatore radicale del linguaggio teatrale, citando come le sue opere più importanti Morte accidentale di un anarchico" su Pinelli e, soprattutto, "Mistero Buffo" (Comic Mystery), da lui interpretato in monologo per oltre 5'000 volte in tutto il globo, come ricorda la CNN.

«Il suo umorismo sovversivo gli è valso lo status di artista di culto. Era visto come eroe a sinistra, ma veniva periodicamente ostracizzato dai palcoscenici e dalle tv nel tentativo della classe dirigente italiana di mettergli la museruola», scrive, fra l'altro, il Guardian.

Il francese Le Monde cita l'ex ministro Jack Lang, che ricorda Dario Fo come colui che «incarnava un'Italia in insurrezione». «Più che un poeta, più che un drammaturgo, più che un comico era un cittadino in arte», dice Lang sul quotidiano di area socialista. Un «Arlecchino combattivo», sinceramente «di parte» da uomo «buono, nobile e generoso», secondo un fondo del conservatore Le Figaro.

«Drammaturgo e fustigatore del potere politico ed ecclesiastico» lo definisce El Pais, che ne ricorda il recente disincanto nei confronti della politica e anche della sinistra, della quale era diventato «referente morale» che - ricorda il giornale spagnolo, citandone le parole - che è morta «il giorno che stupidamente si accasò col potere».

Il conservatore El Mundo, invece, riporta le voci positive e quelle negative dei protagonisti politici italiani sulla morte di Fo e titola «Del morto non si parla male»: «Quando qualcuno muore, tutti hanno parole di elogio e riconoscimento. Curiosamente, però, questo non è il caso di Dario Fo. E la polemica continua anche dopo la morte».

 

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