Intervista con le attrici dello spettacolo in scena al Teatro Sociale
BELLINZONA – Quattro donne, quattro amiche, quattro attrici. Loro sono Margherita Antonelli, Alessandra Faiella, Rita Pelusio, Claudia Penoni e stanno portando nei teatri della vicina penisola il loro spettacolo “Stasera non escort”, ideato, scritto e interpretato da loro stesse. “Siamo quattro donne fortissime che sono riuscite a tirare fuori il buon potenziale che hanno dentro. Senza perdersi in cincischiamenti, pettegolezzi e rivendicazioni possono succedere delle belle cose, come la nostra”, ci ha confidato Margherita. Ne abbiamo parlato con loro a poche ore dal loro spettacolo di satira dissacrante sulla condizione delle donne, in programma al Teatro Sociale di Bellinzona giovedì, venerdì e sabato alle 20.45.
Com’è nata l’idea dello spettacolo?
Rita: "Era il periodo del movimento femminile “Se non ora quando” e degli scandali delle escort. Volevamo creare qualcosa al femminile che portasse avanti questo messaggio contro la strumentalizzazione della figura femminile e contro il famoso caso di escort che era scoppiato. Avendo partecipato a Colorado Café e avendo assistito al ruolo della Minetti quale ballerina ero abbastanza arrabbiata quando è stata eletta consigliere regionale. Le altre attrici con cui ho deciso di condividere questo progetto sono tutte persone con spiccata coscienza civile e civica e, di pari passo con lo spettacolo, abbiamo portato avanti un messaggio politico".
Nella pièce non si parla solo di escort, quali sono le altre figure femminili presenti?
Claudia: "Non c’è una tipologia che predomina. Ci sono le donne di una certa età, che mettono l’abito luccicante per far vedere che sono ancora in grado di ballare e cantare; c’è la moglie succube del marito che racconta le sue disavventure casalinghe. Ce ne sono moltissime, tutte diverse e ognuna racconta un pezzo della propria esperienza".
Nei personaggi avete inserito anche un po’ delle vostre esperienze di donne e amiche?
Claudia: "Esce un pezzo della nostra vita soprattutto alla fine, nei saluti. All’interno dello spettacolo invece no. I personaggi magari possono assomigliarci ma sono tutti caricaturizzati. Certo, dentro ogni personaggio c’è qualcosa di noi ma in maniera velata".
Cosa suscita il vostro spettacolo nel pubblico femminile? E in quello maschile?
Margherita: "Il pubblico femminile va in delirio perché finalmente si sente liberato da una serie di frustrazioni. Viene data loro la possibilità di dire finalmente “Ma è vera questa cosa, l’ho pensata anche io, anche io dico così”. È un’autentica forma di rivalsa nei propri confronti. Gli uomini invece si divertono per il fatto che le donne si mettono a nudo in questo modo. Gli uomini intelligenti sanno riderci su, sanno cogliere le sfumature e capiscono che la critica è più focalizzata sul mondo femminile che su quello maschile. Riusciamo dunque a ben amalgamare il pubblico".
SG